Nelle misure di sostegno al reddito, il Governo ha dimenticato, anche questa volta, le e i sex worker. “Adesso preferiamo chiamarci così”, dice Pia Covre, storica attivista, prostituta e fondatrice del Comitato per i diritti delle prostitute onlus. Dalla sua fondazione nel 1982, il Comitato si batte per ottenere il riconoscimento e la protezione dei diritti civili delle prostitute. Oggi, è capofila della campagna di raccolta fondi “Covid19 – Nessuna da sola! Solidarietà immediata alle lavoratrici sessuali più colpite dall’emergenza”.
La campagna, creata sulla piattaforma Produzioni dal basso, è frutto del lavoro di una rete di associazioni che lavorano nelle unità di strada, organizzazioni antitratta, collettivi di sex worker, operatori sociali. Una rete nata per far fronte al momento di disperazione che la pandemia ha generato: molte e molti sex worker si trovano oggi in uno stato di povertà assoluta e senza prospettive a breve o medio termine.
A pagare il prezzo più alto sono le donne e le persone trans. I rischi sono numerosi: perdere la casa o avere le utenze tagliate, non poter accedere ai servizi sanitari e alle cure farmacologiche, non poter provvedere ai figli, cadere nella rete della tratta e dello sfruttamento. E, non da ultimo, dover lavorare esponendo se stesse e gli altri al contagio.
Alina, una ragazza trans rumena che lavora a Pavia, ripete continuamente che la sua vita è un calvario. Ha passato l’inverno riscaldandosi con una stufetta e ha appena ricevuto una bolletta che supera i mille euro. La pandemia la costringe a non lavorare, ma restano da pagare molte cose, la spesa, l’affitto, le utenze. Alina ha già ricevuto parte dei finanziamenti raccolti con il crowdfunding “Nessuna da sola!” e ha il sostegno della comunità che si raccoglie intorno a Coming-Aut LGBT+ Community center di Pavia. La rete, in questo momento, è tutto.
Si dice spesso che siamo tutti uguali di fronte alla pandemia, ma non è vero. Le tutele proposte dal Governo sono tutele solo per alcuni e non per altri, e in questo momento sembra sufficiente che la prostituzione sia scomparsa dai viali per dimenticarsi delle persone, donne, madri, migranti, trans, che oggi, lontano dagli occhi, diventano ancora più invisibili, dimenticate, abbandonate.
Elena Mordiglia
Coronavirus: sex worker fuori dalle misure di sostegno al reddito
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Redazione