“Sono molto emozionato, ringrazio di cuore Chiara per lo stupendo monologo su mio fratello Peppino. Io e mia figlia Luisa l’abbiamo invitata a Cinisi il 9 maggio, trentottesimo anniversario della morte di Peppino”.
Giovanni Impastato parla con noi al telefono da Cinisi in Sicilia, dove Peppino fu ucciso il 9 maggio 1978 per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti.
Chiara Perreca, 16 anni, di Bacoli, in provincia di Napoli, ha dedicato il suo monologo, durante la trasmissione “Italia’s Got Talent”, a Peppino Impastato. Lo ha fatto recitando un frammento del film I cento passi di Marco Tullio Giordana. Un monologo andato in onda nelle stesse ore in cui su Rai1 era in corso la vergognosa “intervista” di Vespa al figlio di Riina.
Il monologo di Chiara ha emozionato tutti
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Giovanni Impastato parla così di Chiara e del suo monologo:
Giuseppe Impastato, detto Peppino, è stato ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, a Cinisi per ordine del boss Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro, in via Caetani a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato.
Peppino, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida.
Forze dell’ordine e magistratura parlarono di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello Giovanni fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio.
Nel maggio del 1984 il tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto.
Il 5 marzo 2001 la corte d’assise di Palermo condannò Vito Palazzolo a 30 anni di carcere per l’omicidio di Giuseppe Impastato. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti fu condannato all’ergastolo per essere il mandante di quell’omicidio.