- Play
-
Tratto dal podcast
Fino alle otto di mar 31/03 (terza parte)
Coronavirus | 2020-03-31
Com’è la situazione a Cesano Boscone in queste settimane di emergenza e di isolamento? Il sindaco Sandro Negri racconta a Radio Popolare come il comune di Cesano Boscone, 24.000 abitanti a sud-ovest di Milano, sta gestendo la comunicazione coi cittadini e fornendo assistenza capillare ai più bisognosi su tutti il territorio grazie ad una fitta rete di volontari, ma anche dei problemi legati alla grande RSA in cui si sono registrati molti contagi.
L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.
Qual è stato l’impatto dell’epidemia di coronavirus sul Comune di Cesano Boscone?
Diversamente da altre zone, devo dire che l’epidemia si è diffusa abbastanza lentamente: al momento abbiamo 56 contagiati, circa 150 persone in isolamento obbligatorio e, purtroppo, 8 deceduti.
Come hanno reagito i suoi cittadini alle misure restrittive?
Abbiamo avuto qualche difficoltà, ma complessivamente la città è sotto controllo, anzi devo dire danno più fastidio quelli che si mettono a fare i controllori, che si lamentano delle auto, delle file, delle persone per strada, ma tendenzialmente non c’è in giro nessuno; il crescendo delle restrizioni è stato sostanzialmente recepito dalle persone. Quello che comincia a pesare sono i tanti giorni di chiusura, soprattutto per chi ha bambini piccoli ed aggiungo per chi ha in casa persone con problemi psichici; fortunatamente ho scoperto che esiste una circolare della Regione Lombardia che non era stata comunicata a noi sindaci che permette a chi ha disagi psichici importanti, di uscire per prendere una boccata d’aria.
Cesano Boscone ha una densità abitati molto elevata, con due quartieri di case popolari molto grandi. Questo ha necessitato una attenzione particolare?
Assolutamente sì, innanzitutto perché sappiamo che l’alta densità è un fattore che favorisce la diffusione dell’epidemia. Io non amo fare ordinanze, ma sono stato uno dei primi a chiudere i parchi perché nel fine settimana in piena epidemia avevamo assembramenti nel parco di oltre mille persone. Questo problema si acuisce in prossimità dei due quartieri popolari, dove vivono moltissime persone. In particolare in uno di questi, il Tessera, vivono moltissime persone anziane, spesso sole, e questo ha rappresentato un aggravio per la gestione, della condizione di isolamento e della solitudine, persone anziane già con relazioni sociali limitate che si sono ritrovate anche chiuse in casa, è una situazione pesante.
Avete attivato qualche iniziativa in particolare?
Ovviamente c’è tutto l’aspetto del controllo e della gestione dei nuclei che sono in isolamento: la spesa, i farmaci, i rifiuti. Addirittura anche i cani sono dei problemi nuovi che hanno richiesto uno sforzo organizzativo e di personale importante. Oramai le nostre assistenti sociali lavorano 7 giorni su 7, poi ci sono la Protezione Civile, la Polizia locale e abbiamo anche un nutrito gruppo di volontari. Tra di loro ci sono psichiatri e psicologi che rispondono al telefono, ma anche i ragazzi della pastorale giovanile che hanno attivato un numero verde contro la solitudine e chiamano gli anziani. C’è una grande risposta, per molti versi sorprendente, da parte della comunità locale.
A proposito di anziani, a Cesano Boscone c’è una grande RSA dove si sono registrati un certo numero di contagi, anche se non è una struttura di vostra competenza. Come vi siete relazioni con questo fatto?
Sì, si tratta di due strutture gemelle. La Fondazione Istituto Sacra Famiglia, un’istituzione di carità storico che ospita sopratutto disabili, e poi la casa di cura Ambrosiana, una realtà più ospedaliera. Il contagio è stato registrato la settimana scorsa e ovviamente per strutture simili suscita preoccupazioni maggiori per una possibile evoluzione. Effettivamente il tema pone una questione, perché nonostante siano strutture che insistono sui territori, i sindaci non vengono aggiornati rispetto ai numeri e a quello che sta succedendo dentro. La settimana scorsa ho dovuto scrivere io alle due direzioni, ma anche all’ATS e alla Prefettura per essere informato sia rispetto agli ospiti che sono stati contagiati, ma anche per avere una panoramica complessiva dei tamponi. E poi, cosa non secondaria, anche per sapere chi sono gli operatori che entrano dalla struttura. Stiamo parlando di una realtà in cui tra ospiti e dipendenti sono presenti più di mille persone e quindi è una realtà che va monitorata e sulla quale serve un coordinamento fra tutte le autorità di controllo. Sono stati presi accorgimenti e, fortunatamente, sono strutture con disponibilità di spazio e si sono potuti fare degli isolamenti. Il personale rimane lì, non si sposta da reparto a reparto; anche per loro però si è verificato il problema della carenza di dispositivi di protezione.
Foto dalla pagina Facebook del Comune di Cesano Boscone