– Cosa si può fare? Uscire a passeggiare? Il decreto non lo vieta espressamente ma noi lo sconsigliamo fortemente
– E quindi?
– E quindi devi avere l’autocertificazione e se ti ferma una pattuglia può rimandarti a casa
Dialogo con una fonte del Ministero dell’Interno molto qualificata, giovedì pomeriggio.
Il decreto e le successive modifiche e le circolari interpretative mantengono una ambiguità, anche a giorni dall’entrata in vigore, su cosa si può fare e cosa non si può fare. È un problema, perché molti italiani in perfetta buona fede interpretano quello che leggono come riescono. È un problema perché anche le forze di polizia interpretano. I denunciati sono più di 2mila, fino a questo momento. Molti avevano tenuto aperto attività che devono stare chiuse, altri camminavano per strada senza rientrare nella fattispecie dell’andare a fare la spesa, a lavorare, o per motivi di necessità.
Ed è un problema perché i politici fanno dichiarazioni che non aiutano a fare chiarezza una volta per tutte su cosa si può fare e cosa non si può fare. Il margine di ambiguità rimane e sembra proprio una scelta.
Un esponente della maggioranza spiega: “È la prima volta nella storia contemporanea che un Paese democratico dell’occidente limita così tanto le libertà individuali, avremmo dovuto obbligare espressamente le persone a stare a casa ma farlo sarebbe stato troppo difficile per una democrazia“.
E quindi, come se ne esce? L’impressione è che si stia tentando di uscirne all’italiana. Non ve lo mettiamo nero su bianco che uscire è vietato al di fuori della stretta necessità ma ve lo facciamo capire, ogni giorno e ogni ora con più decisione. Le denunce piovono. La vite gira.
Foto dalla pagina ufficiale del Dipartimento di Protezione Civile su Facebook