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Tratto dal podcast
Fino alle otto di ven 06/03 (terza parte)
Coronavirus | 2020-03-06
Vo’ Euganeo, il piccolo comune in provincia di Padova in cui fu registrato il primo decesso legato all’epidemia di coronavirus COVID-19, diventa un piccolo laboratorio che potrebbe rivelarsi fondamentale per lo studio di questo nuovo virus e per valutare l’efficacia delle misure di contenimento.
Questo comune di 3.200 abitanti rappresenta un piccolo modello epidemiologico unico al Mondo. I cittadini sono isolati tempestivamente dopo esser stati sottoposti al tampone e ora, a distanza di due settimane, si procederà con un nuovo tampone per tutti i cittadini, ai quali è stato anche chiesto di ricostruire in modo dettagliato le loro frequentazioni, le abitudini e i legami. I risultati del test permetteranno di ottenere un modello per definire un algoritmo unico al Mondo, diverso da quello messo a punto nella città cinese di Wuhan.
L’intervista di Serena Tarabini al sindaco di Vo’ Euganeo Giuliano Martini a Fino Alle Otto.
Iniziamo oggi e termineremo domenica questa nuova procedura per mappare tutti i cittadini di Vo’ attraverso un tampone. Questo servirà alla comunità scientifica per elaborare dei dati su questo virus di cui conosciamo ancora molto poco. Il nuovo screening, finanziato dall’Università di Padova in collaborazione con Croce Rossa e Regione Veneto, ci darà l’opportunità unica al Mondo di seguire l’evoluzione del virus con un prelievo di tamponi da tutta la popolazione.
Vo’ Euganeo come una sorta di lavoratorio microbiologico che potrà dare una mano importante per monitorare l’andamento del contagio.
Sì, per studiare ed ottimizzare gli interventi che verranno fatti in futuro dalla comunità scientifica. Questa è l’unica situazione che si è creata nel Mondo per poter effettuare una ricerca del genere. Siamo orgogliosi di poter contribuire alla comunità scientifica.
Come hanno preso la notizia i suoi concittadini?
Si sono resi conto che la prima serie di test è servita perché siamo scesi da 88-89 positivi ad 84. I controlli vengono effettuati e quindi possiamo dire che a Vo’, primo cluster della regione Veneto, la prevenzione e l’isolamento delle persone positive sta aiutando moltissimo. Tutte le persone che girano a Vo’ sono negative. Le altre sono chiuse in casa o in qualche struttura ospedaliera. Forse ad oggi solo una persona non è rientrata a casa. Possiamo dire che l’emergenza è terminata e continueremo con questa importantissima fase di studio.
Questo regime di isolamento sta durando da due settimane. Come ha inciso sulla vita della vostra comunità?
Gli aspetti positivi sono quelli di aver recuperato quel legame che ci accomuna tutti in quanto comune piccolo di circa 3.300 abitanti, ma il fatto di aver bloccato tutte le piccole attività agricole e artigianali ha messo in crisi le persone.
Ora possiamo dirlo: in questo momento Vo’ è il comune più sicuro d’Italia. Mi è dispiaciuto che siamo stati tacciati come untori, ma vi assicuro che qui la vita e il posto sono stupendi, siamo tutti lavoratori instancabili e nulla ci fermerà. Non ci ha fermato neanche il coronavirus.
L’ignoranza delle persone a volte non ha fine. Ad un produttore di un ottimo vino, che sappiamo non poter trasmettere alcun tipo di contagio, è stato restituito un carico da un acquirente in quanto proveniente dalla zona di Vo’. Noi sappiamo che i prodotti sono di alta qualità e sicuramente non trasmettono alcuna malattia.
Sono circolate nelle notizie su una presunta ribellione degli abitanti di Vo’ Euganeo. Com’è la situazione?
Gli animi ogni tanto si accendono. Le nostre sono tutte piccole aziende che non possono lavorare, ma c’è anche chi ha delle consegne da fare pena il pagamento di penali. Adesso però non c’è più alcun motivo per tenere Vo’ Euganeo chiusa a chiave. Siamo fiduciosi che alla mezzanotte dell’8 marzo vengano riaperte le porte per farci uscire.