Bene ha fatto la ministra Federica Guidi a dare le dimissioni. L’episodio in cui è rimasta coinvolta è grave. La conversazione con il fidanzato, l’imprenditore Gianluca Gemelli, indagato nell’inchiesta di Potenza, ha rivelato un palese conflitto d’interesse.
Dall’intercettazione pubblicata dal sito di Repubblica si comprende come sia stata proprio Guidi a chiedere di reinserire un emendamento nell’ultima Legge di Stabilità che in un primo tempo era stato bocciato. L’emendamento avrebbe sbloccato i lavori al sito petrolifero di Tempa Rossa, gestito dalla Total. Gli affari di Gemelli – subappalti per due milioni e mezzo di euro – ne avrebbero beneficiato.
Federica Guidi a chi ha avanzato la richiesta di reintrodurre l’emendamento? Nell’intercettazione viene fatto il nome della ministra Boschi: “Maria Elena è d’accordo”, dice Guidi al fidanzato.
Le due si sono parlate? Se così fosse, la vicenda diventerebbe ancora più complicata. L’attività come imprenditore di Gianluca Gemelli è ben nota. Boschi ne era all’oscuro? È stato un favore fatto a una collega?
Nel giro di poche settimane, il governo Renzi si è trovato al centro di due importanti casi di conflitto d’interessi. Ora Federica Guidi. Prima di lei, la vicenda in cui è rimasta coinvolta proprio Maria Elena Boschi, la quale si è dovuta difendere in parlamento per il coinvolgimento del padre, Pierluigi, nel caso Banca Etruria.
Non è un bel segnale. In questi due casi, è apparsa esserci troppa confusione tra il ruolo pubblico e gli affari di famiglia. La trasparenza lascia così il passo a un’opacità di gestione della cosa pubblica che fa intravvedere sullo sfondo una mancanza di cultura istituzionale che alla fine potrebbe essere interpretata come una spregiudicata concezione del potere.
Federica Guidi ha preso atto dell’opportunità di lasciare il suo posto. Un gesto che ha contribuito a fare chiarezza. Ora si dovrebbe fare chiarezza anche sul comportamento di Maria Elena Boschi. Se era consapevole di chi avrebbe poi beneficiato di quell’emendamento, dovrebbe anche lei riflettere sul da farsi.
Il quadro diventa anche più fosco se si aggiunge un altro elemento: il referendum sulle trivellazioni. Una consultazione – di fatto – oscurata dal governo. È vero che il sito di Tempa Rossa non c’entra con il voto del 17 aprile, ma la vicenda in cui sono rimasti coinvolti Federica Guidi e Gianluca Gemelli è una storia che riguarda il petrolio, gli affari del fidanzato della ministra, il governo. Una storia di lobby e interessi alla vigilia del referendum. Non è un bella storia.