Approfondimenti

Coronavirus: cronache dalla zona rossa

Terranova Dei Passerini

Dopo i primi casi di positività al coronavirus COVID-19 in Lombardia è stata delineata una zona rossa nella provincia di Lodi che include 10 comuni dell’area: Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia e Terranova dei Passerini.

È stato disposto il divieto di allontanamento per tutti i cittadino che risiedono nella zona rossa, con la sola eccezione di chi è impegnato nei servizi essenziali e di pubblica utilità. Serena Tarabini ha intervistato a Fino Alle Otto il sindaco di Casalpusterlengo, Elia Delmiglio, quello di Maleo, Dante Sguazzi, quello di Codogno, Francesco Passerini, il primo cittadino di San Fiorano, Mario Ghidelli, quello di Bertonico, Angelo Chiesa, e di Terranova dei Passerini, Alba Resemini, per capire cosa sta succedendo in quell’area e come i cittadini stanno vivendo le pesanti restrizioni imposte.

Coronavirus, la situazione nel comune di Terranova dei Passerini

(3 marzo 2020)

Come state vivendo la situazione?

Chiariti i primi dubbi circa la possibilità di circolare all’interno della zona rossa, la gente auto munita riesce a spostarsi tranquillamente per quelle che sono le esigenze di prima necessità come fare la spesa o andare in farmacia. Per gran parte della popolazione non abbiamo avuto grosse difficoltà, le abbiamo invece avute con gli anziani. Qui in paese non abbiamo nulla. Non abbiamo un supermercato, le poste sono chiuse e anche la farmacia e i bar sono chiusi, non arrivano i quotidiani. Grazie ad un gruppo di volontari comunali e alla Protezione Civile di Casalpusterlengo abbiamo fatto una distribuzione capillare, in primis agli anziani, di prodotti a lunga conservazione e anche a breve scadenza per evitare che queste persone debbano uscire ed entrare in contatto con potenziali persone malate. Abbiamo portato le medicine a casa a chi era in quarantena e continueremo così fino a quando ci diranno che l’allarme sta rientrando. Speriamo, visti anche i casi di guarigione che ci hanno comunicato ieri, che l’allarme rientri presto.

Avete avuto anche dei contagiati?

Fortunatamente a me risulta che ce ne sia soltanto uno, tra l’altro non è neanche in paese. Però è una situazione in evoluzione, abbiamo molte persone ricoverate e non abbiamo dati ufficiali sulla loro positività al coronavirus. Ovviamente siamo in ansia per queste persone, anche solo perché si trovano in ospedale.

A quali ospedali fate riferimento?

Codogno ormai non ha più possibilità, Lodi è stipato. Si parla di Pavia e del Sacco di Milano, quindi molto lontano dai nostri paesi. Evitiamo gli assembramenti e tutto quello che viene deciso è fatto in funzione di questo obiettivo.

Quali sono i sentimenti che riscontra di più tra i suoi cittadini?

Sono sicuramente stanchi di non far niente. La poca gente che incontro si lamenta di dover trascorrere un’altra settimana a non fare niente come la precedente. Siamo tutti molto protettivi nei confronti degli anziani perché sono quelle più esposte a cadere rispetto alla malattia. Li stiamo coccolando più che si può per evitare l’evitabile. Poi purtroppo non possiamo prevedere, perché sappiamo tutti che il virus era in circolo già da prima, sappiamo che non è stata la persona di Codogno a scatenare il problema.

Sono in arrivo gli aiuti da parte del governo e anche dell’Europa. Ha una due idea al riguardo?

Non so dire se siano sufficienti o meno. Si sta aprendo un dibattito politico in merito alle risorse stanziate per sostenere l’economia nella zona rossa, ma al momento non posso sapere che basterà o meno. Sicuramente anche se il nostro paese è piccolo abbiamo un insediamento industriale importante e il fermo non sarà semplice da riassorbire. Spero che, nel caso in cui non dovessero bastare, il governo possa porre in essere provvedimenti che aiutino le imprese ad andare avanti. C’è chi rischia di chiudere per sempre.

Foto di Arbalete – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Coronavirus, la situazione nel comune di Bertonico

(2 marzo 2020)

Come state vivendo questa situazione?

Per il momento la situazione è abbastanza tranquilla. I cittadini hanno capito la situazione, sono stati ligi alle disposizioni date e si stanno comportando bene, soprattutto per quello che riguarda i servizi essenziali. Abbiamo avuto una collaborazione da parte dei nostri negozianti che è stata veramente favolosa, edicola compresa. In un paese piccolo come il nostro, dove il 31 dicembre hanno chiuso la banca e tolto il bancomat, e ora con le Poste chiuse se avessimo chiuso anche l’edicola non avremmo avuto nessun servizio. È un paese fantasma e io sto protestando a destra e a sinistra, non so più con chi litigare, per avere la posta. Oggi è giorno di pensioni e dovremo organizzarci con gli anziani che non hanno la possibilità di spostarsi per portarli nei comuni vicini a ritirare la pensione.

Come è cambiata la sua vita di amministratore in seguito a questa emergenza?

Fare l’amministratore non è mai semplice, soprattutto adesso con le ordinanze e i decreti che arrivano di ora in ora. Bisognerebbe che si dessero tutti una regolata con queste voci e news che non sempre sono quelle giuste. È una rincorsa ad emettere avvisi, sentire la Prefettura, mettersi d’accordo con gli altri sindaci e organizzarsi con la Protezione Civile.

Avete registrato delle complicazioni per quanto riguarda i servizi sanitari?

A me hanno dato un medico in sostituzione perché il nostro è in quarantena. Abbiamo avuto dei casi che sono andati a Lodi e sono rimasti lì. Per il resto non ho avuto grossi problemi da questo punto di vista. Bertonico, a parte il caso di un cittadino che è stato trovato positivo in Algeria, non ha problemi di positività. Non so se è perché non hanno fatto i tamponi, ma al momento è così.

Cosa le chiedono i cittadini?

I servizi, a cominciare da quello della posta. Abbiamo due negozi di alimentari che vengono riforniti regolarmente e un’edicola. Le cose che mi chiedono sono quelle più banali, come le sigarette. Mi chiedono di tornare alla normalità.

Coronavirus, la situazione nel comune di San Fiorano

Come sono cambiate le cose in queste giornate?

Il comune di San Fiorano conta 1.860 abitanti e si trova a sud del comune di Codogno, ad un chilometro di distanza. La situazione sta diventando un po’ troppo drammatica. Le persone vogliono lavorare e sono un po’ sul piede di guerra perché non vogliono andare avanti così. Un conto sono 3-4 giorni, ma ora la situazione continua ad andare avanti così e mi chiamano dicendo che hanno bisogno di lavorare. In giro c’è qualcuno che fa una passeggiata, altrimenti si sono messi tutti in quarantena perché hanno paura di prendere il virus e di dover restare a casa malati.
Abbiamo tre bar, alcune parrucchiere ed estetiste che già non hanno un grande numero di clienti. Far stare chiuse queste attività anche solo per qualche giorno rischia di farle chiudere definitivamente. Speriamo che il governo faccia qualcosa per aiutare queste attività.
Abbiamo tre bar e parrucchiere. E dico noi non è che abbiamo un enorme numero di clientela chiude ogni tanto vuol dire chiudere definitivamente. Speriamo che il governo. Perché è assurdo. Oramai lo sappiamo pochissimo e sappiamo soprattutto quando terminerà questo problema.

Come si svolgono le sue giornate da sindaco in una situazione del genere?

I primi quattro giorni sono stati davvero intensi dal punto di vista organizzativo. Ora mi sono messo anche io in quarantena in casa, perché lo stress ha creato anche a me un po’ di problemi.

Immagino che il suo stato rispecchi quello dei cittadini.

Non ce la facciamo più. Non abbiamo più la nostra vita quotidiana, non possiamo più parlare l’uno con l’altro. Siamo veramente in prigione.

Com’è la situazione per quanto riguarda il numero di persone che hanno contratto il virus?

Sembra ci siano diversi contagiati, ma non ci dicono il numero. Sono morte due persone e so che ce n’è un’altra in condizioni non buone. Ora i casi positivi vengono mandati direttamente a Lodi.

I controlli dei movimenti nelle zone rosse stanno funzionando?

Abbiamo avuto qualche piccolo problema nei primi giorni, prima che arrivasse l’esercito. Poi abbiamo fatto chiudere tutte le strade di accesso così da trattenere le persone all’interno della fascia rossa. Adesso siamo davvero blindati.

A Codogno si hanno i primi segnali di riapertura. Da voi invece la situazione è come il primo giorno?

Sì, esatto. L’edicola non è ancora stata riaperta, ma non sappiamo ci sono dei problemi a livello organizzativo per far arrivare la roba.

Foto dalla pagina Facebook Il Cittadino Di Lodi

Coronavirus, la situazione nel comune di Codogno

La comunità sta vivendo questa cosa con grande responsabilità, maturità, serietà e rispetto delle indicazioni date dalle autorità competenti. I beni di prima necessità ci sono, le farmacie e i supermercati sono aperti e oggi riapriranno anche le edicole per qualche ora, così che i giornali possono essere disponibili. Piccoli passi verso un ritorno alla normalità il prima possibile.

Come si presentano oggi le strade e la città?

Anche in virtù della bellissima giornata di ieri c’era un buon numero di persone in giro, tra chi andava a correre e chi in bicicletta o chi faceva una passeggiata. Con le dovute precauzioni la gente prende aria e si incontra, anche perché è giusto che sia così. Le indicazioni sono molto chiare e su tutto il resto bisogna continuare a vivere nel modo più normale possibile. Non siamo in pandemia, è una situazione che avrà un termine.

Quali sono state le difficoltà più pesanti?

Sicuramente organizzare i servizi alla popolazione. Nessuno negli ultimi 80 anni in Italia aveva vissuto una situazione del genere. Le esigenze, soprattutto della popolazione più fragile, sono davvero tante. Anche grazie ai tanti volontari siamo riusciti a dare una risposta come territorio. Poi ci sono le tante difficoltà delle attività produttive e artigianali, in molti casi delle vere e proprie eccellenze a livello internazionale, che ora sono completamente bloccate, ma speriamo che possano ripartire presto per non distruggere l’economia del lodigiano.

Quali sono i punti all’ordine del giorno da affrontare con maggiore priorità?

Tutte le direttive legate alla gestione dei volontari sul territorio così da avere un coordinamento sull’intera area della zona rossa, soprattutto nei comuni più piccoli che sono quelli più a rischio di rimanere isolati.

Ieri sono circolati dei video che segnalavano come i controlli degli ingressi e le uscite dalla zona rossa, in particolare nell’area di Codogno, non stessero funzionando. Sono anche state intervistate delle persone che sostenevano di aver lasciato la zona rossa verso altre aree. Lei come si sente di commentare?

Le posso dire che la quasi totalità dei nostri cittadini sta rispettando in modo brillante gli inviti delle autorità. Sicuramente ci sono stati alcuni casi di persone partite prima del fine settimana. I blocchi militari sono stati istituiti soltanto domenica sera. Non è che basta essere residente nel lodigiano per essere infetto o malato. Abbiamo un’area agricola molto vasta con più di 500 unità. Poi per carità, potrebbe anche essere capitato per mancanza di informazioni, ma posso dire che la quasi totalità della popolazione sta rispettando gli obblighi imposti con serietà.

Coronavirus, la situazione nel comune di Maleo

In che modo il comune di Maleo è stato convolto nell’emergenza?

Noi siamo a tre chilometri da Codogno. Abbiamo anche avuto alcuni casi risultati positivi e c’è un po’ di apprensione da parte di tutta la cittadinanza, come è normale in questi casi. Nei primi giorni la cittadinanza ha avuto un po’ di panico e un po’ di apprensione. Il consiglio è quello di stare nelle proprie abitazioni, evitare assembramenti e contatti. La popolazione sta reagendo in maniera composta e civile e sta utilizzando il buonsenso ascoltando i consigli che sono stati dati dalle autorità preposte.

Non si ritrova a dover rincorrere i cittadini esasperati che non rispettano i provvedimenti imposti?

Sì, è una situazione abbastanza calma. Ci sono le forze dell’ordine che stanno valutando e sorvegliando la zona. Anche loro durante la giornata cercano di far capire la situazione a chi non rispetta le regole.

Quali sono i disagi maggiori che i cittadini di Maleo stanno vivendo in questo momento?

I piccoli supermercati e le botteghe che abbiamo a Maleo sono aperti e i rifornimenti sono garantiti. E lo stesso vale per le farmacie. E poi ci sono anche le consegne a domicilio.
La situazione non è di normalità perchè comunque sono chiusi tutti gli altri luoghi pubblici, dai parchi alle scuole, però di grossi disagi non credo ce ne siano.
Ricordiamo che è possibile anche spostarsi all’interno della zona rossa. Se qualcuno non dovesse trovare quello che cerca nei piccoli supermercati di Maleo può spostarsi a Codogno, dove ci sono supermercati più riforniti.

Questo vale anche per altri servizi essenziali e sanitari.

Sì, ricordiamo però che il pronto soccorso dell’ospedale di Codogno è chiuso, ma chiamando i numeri di emergenza vengono garantiti tutti i servizi.

Da primo cittadino come si stanno svolgendo le sue giornate?

Gli uffici pubblici sono chiusi, sono garantite soltanto le funzioni essenziali come la polizia locale, l’assistenza domiciliare per anziani e disabili. Io in questi giorni sono stato costantemente al telefono in contatto con la Prefettura, l3 autorità e gli altri sindaci della zona rossa.

Come appare il paese a colpo d’occhio?

Il paese è semi-deserto. Ci sono le forze dell’ordine che presidiano gli accessi al paese. La gente si sposta a piedi e fa anche delle passeggiate in serenità.

Le persone che devono lavorare e che erano abituate a lasciare il paese non stanno andando a lavoro?

Esatto. C’è il divieto di uscire dalla zona rossa e chi lavora fuori da Maleo e dalla zona rossa sono a casa. È stato garantito che l’assenza dal lavoro viene equiparata alla malattia. Le piccole imprese di Maleo e di questa zona, ma anche le grandi imprese sono tutte ferme e ci sarà una ripercussione economica notevole per questa zona. Il mio auspicio è che nessuno si dimenticherà di questa situazione.

Dopo il vertice di ieri le sembra ci siano segnali positivi in questo senso?

Non lo so. Sono un po’ perplesso. Sento molto vicina la Regione Lombardia, ma spero che anche il governo ci dia una mano.

Coronavirus, la situazione nel comune di Casalpusterlengo

Non sono giornate facili. Questa situazione ci ha colto alla sprovvista. Stiamo tentando di gestirla al meglio coi mezzi che abbiamo a disposizione. Le fermate sulla stazione di Casalpusterlengo e della zona rossa più in generale sono sospese.

Quali sono le restrizioni applicate a Casalpusterlengo?

Io sono stato avvisato tra giovedì notte e venerdì mattina che era stato individuato il primo caso, il cosiddetto paziente 1, di un cittadino della bassa lodigiana che aveva la propria sede di lavoro a Casalpusterlengo.
Siamo subito finiti nell’occhio del ciclone, però subito la macchina sanitaria della Regione Lombardia si è attivata per poter fronteggiare questa situazione. Sono stato convocato in Regione insieme ai sindaci di Codogno e Castiglione D’adda e nel frattempo è stata aperta l’unità di crisi che con immediatezza ha preso coscienza del problema. Sin da subito abbiamo individuato quali misure poter adottare nei nostri territori. Siamo partiti dalla chiusura delle scuole e degli edifici pubblici e siamo passati alla chiusura di tutti i servizi e le realtà commerciali, produttive e industriali, fuorché quelle di prima necessità come supermercati e farmacie. Poi, con un po’ di ritardo, è arrivato anche il DPCM del governo Conte, che ha stabilito anche il limite dei checkpoint della zona rossa e da quel momento siamo chiusi all’interno del confine di questi dieci comuni.

Che atmosfera si respira oggi a Casalpusterlengo?

In prima battuta questi provvedimenti sono stati recepiti con stupore, perché si tratta di provvedimenti altamente limitanti e restrittivi che non hanno precedenti nella storia della nostra Repubblica. Questo ha creato un po’ di panico tra i cittadini, anche se fin da subito tutti hanno mostrato quel senso di responsabilità che li contraddistingue. Abbiamo preso reale coscienza di quello che sta accadendo e abbiamo stabilito che la priorità sono l’approvvigionamento dei farmaci e dei beni alimentari.

Dai cittadini sta ricevendo delle richieste specifiche?

A Casalpusterlengo abbiamo 15.300 residenti e penso di aver comunicato con buona parte di questi cittadini attraverso i canali a disposizione. In un paese medio-piccolo tutti hanno il numero di cellulare del sindaco e credo di aver risposto un po’ a tutte le richieste, che sono state le più diverse. Abbiamo cercato di assecondare e accontentare tutti i tipi di richieste.
Già ieri rispetto a sabato e domenica le richieste sono iniziate a diminuire e questo è un segnale che la cittadinanza si sta rendendo conto di quello che sta succedendo. Noi siamo concentrati sul garantire i servizi essenziali e garantire comunicazione e informazione alla cittadinanza. Abbiamo attivato il centro operativo comunale di Protezione Civile, che in qualche modo può assistere le persone sole e anziane non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista morale. Vedere dei volontari in divisa che fanno sentire la loro presenza è un grande segno d’affetto e di vicinanza.

Le persone sono barricate in casa?

No, direi di no. Escono il minimo indispensabile, anche solo per fare una passeggiata. Con le dovute precauzioni non vedo grosse limitazioni. Le persone escono per i servizi essenziali, ma una passeggiata riescono a farla pur evitando i grossi raggruppamenti.

Foto dalla pagina Facebook di Elia Delmiglio, Sindaco di Casalpusterlengo

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