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- Tratto dal podcast Cultura |
Il silenzio grande, testo teatrale dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, è in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 16 febbraio 2020 per la regia di Alessandro Gassman. Il protagonista è l’attore Massimiliano Gallo, intervistato da Ira Rubini a Cult.
Siamo in una grande e antica casa napoletana che è quasi un personaggio in più sulla scena.
Sì, c’è un grande studio in cui Valerio Primic, uno scrittore molto importante e carico di riconoscimenti, si rifugia. È uno studio nel quale i figli e la moglie entrano puntualmente per vomitargli addosso tutte le sue mancanze di padre e marito. Lui per tutta la durata del primo atto rimane incapace di capire il perché di tutto questo imbarazzo in famiglia. Valerio Primic crede che tutto il prestigio che ha dato alla famiglia possa bastare al buon andamento di una famiglia. Ma quei tanti piccoli silenzi diventano una voragine nella quale cadono un po’ tutti.
“Il silenzio grande” è uno spettacolo con un impianto che ricorda i grandi classici come Pinter o Eduardo De Filippo.
Credo che il successo di uno spettacolo come questo sia il trattare tematiche universali in cui il pubblico si riconosce emotivamente e partecipa in modo incredibile. Sono più di 30 anni che faccio teatro e confermo che questi sono spettacoli magici che ti capitano ogni 10-15 anni. Non è facile mettere in piedi uno spettacolo che metta d’accordo un po’ tutti e in cui l’impatto emotivo sia così forte. Qui si ride tanto e ci si commuove tanto.
“Il silenzio grande” contiene anche una riflessione sulla figura dell’intellettuale moderno.
Sì, dell’intellettuale e anche della figura del padre ingombrante. Maurizio De
Giovanni aveva scritto questo spettacolo per Alessandro Gassman, immaginando quindi un padre “ingombrante”, poi mentre stavamo girando la seconda serie de “I bastardi di Pizzofalcone” e Alessandro mi ha proposto il ruolo con l’idea di fare lui la regia.
E poi c’è anche una figura più classica, la voce della coscienza rappresentata dalla cameriera interpretata da Monica Nappo.
È quella che da tutto della casa, quella che vede tutto. È la coscienza di Valerio Primic ed è l’unica che riesce ad interagire con lui e fargli capire delle cose.
Foto dalla pagina Facebook del Teatro Carcano di Milano