C’è una retorica che è una buona retorica. La fotografia di questa mattina del Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella è in piedi. Al suo fianco una maestra elementare. Davanti a loro un gruppo di bambine e bambini. Alcuni di loro sono di origine straniera. Un bambino nero. Una bambina e un bambino dai tratti asiatici.
Oggi il Capo dello Stato è andato in visita in una scuola elementare di Roma intitolata a Daniele Manin, eroe del Risorgimento, simbolo del patriottismo, e le bambine e i bambini lo hanno accolto cantando l’inno di Mameli, nelle mani i tricolori e i brani della Costituzione scritti sui fogli da disegno. Molti di quei bambini sono di origine straniera, sopratutto cinese.
Mattarella è andato nella scuola elementare di Roma per dare un messaggio, per mettere un argine al rischio che monti il razzismo nei confronti dei cittadini di origine cinese. Quella fotografia, però, dice di più. Dice che il popolo italiano oggi ha quei volti – oggi, non domani – e che non ha alcun senso fare distinzioni rispetto alle origini geografiche o ai tratti somatici.
Quelle bambine e quei bambini salutano entusiasti. Mattarella e la maestra sorridono. L’Italia è questa. Nonostante i tentativi di resistenza dei razzisti che non si rassegnano. È retorica, sì. Una retorica utile e necessaria. Una buona retorica.
Foto | Quirinale