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Tratto dal podcast
Considera l’armadillo lun 27/01
Ambiente | 2020-01-27
Il mattatoio della Gorgona sarà chiuso e la famosa isola dell’arcipelago toscano tornerà ad essere un modello di convivenza tra uomini e animali. È quanto stabilito nel protocollo d’intesa firmato lo scorso 21 gennaio a Livorno tra il Comune, la LAV e la Casa Circondariale, che ha messo fine a quel mattatoio che tante polemiche aveva suscitato al momento della sua riapertura nel 2015.
Cecilia Di Lieto ha intervistato il presidente della LAV Gianluca Felicetti, il cui ruolo è stato fondamentale nella firma di questo protocollo d’intesa.
L’isola di Gorgona è un carcere ormai da tempo immemore. È una piccola Alcatraz italiana, non ha più popolazione residente. Lì, qualche anno fa, grazie alla vicinanza degli animali – vitelli, maiali, capre, pecore, consigli e dei cavalli – che erano lì per motivi di produzione si è potuto realizzare un piccolo miracolo.
Grazie all’illuminazione di un bravo veterinario e al direttore del carcere all’epoca fu lanciato l’esperimento di fattoria didattica: alcuni animali furono salvati, i reclusi si affezionarono e svilupparono con loro una relazione non fondata sull’utilizzo e l’uccisione di questi animali. Col passare del tempo Gorgona era arrivata ad essere il carcere con la più alta percentuale di persone che una volta uscita non ritornava in carcere. Cinque anni fa una nuova direttrice aveva bloccato questa felice esperienza e ripreso le riproduzioni di questi animali, che si sono moltiplicati. Di fatto si stava sviluppando un allevamento intensivo.
Cinque anni dopo, quel direttore è tornato presso la Casa Circondariale di Gorgona ed ha prontamente fatto ripartire quell’esperienza, come spiegato da Felicetti a Considera l’Armadillo:
Ora, dopo il ritorno di quel direttore che aveva avviato il progetto, il Garante Comunale dei detenuti ha voluto riprendere le fila di questa bella esperienza e siamo arrivati a firmare un protocollo d’intesa per la chiusura definitiva del macello e la trasformazione di questa attività in un’attività che riprenda le caratteristiche che erano svolte fino a cinque anni fa: non produzione, ma animali come amici e compagni di vita.
I quasi 600 animali attualmente presenti nella fattoria didattica curata dai detenuti della casa circondariale di Gorgona saranno salvati dal macello. Circa 450 tra vitelli, maiali, capre, conigli e galline lasceranno l’isola e saranno presi in affidamento dalla LAV presso il centro di recupero per animali selvatici di Semproniano, in provincia di Grosseto, mentre i rimanenti saranno curati dai detenuti e impiegati nel turismo eco compatibile sull’isola nell’ambito di un programma di relazione della cattedra di Diritto Penitenziario dell’Università Bicocca di Milano.
Grazie all’aiuto del Parco dell’Arcipelago Toscano l’isola di Gorgona tornerà ad essere visitabile da piccoli gruppi di persone. Saranno organizzate delle piccole visite che potranno unire le bellezze naturalistiche e paesaggistiche al valore della solidarietà tra uomo e altri animali.