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Tratto dal podcast
Jack di mar 07/01 (seconda parte)
Musica | 2020-01-07
Con l’inizio dell’anno è stata confermata la nuova reunion dei Rage Against the Machine in occasione dell’edizione 2020 del Coachella Valley Music and Arts Festival, già teatro in una loro reunion nell’aprile 2007, sette anni dopo l’ultima esibizione dal vivo.
Ne abbiamo parlato a Jack con Damir Ivic di Soundwall. L’intervista di Matteo Villaci.
Il problema non è il Coachella di per sé, perché già la prima reunion dei Rage Against the Machine avvenne al Coachella nel 2007. Il problema è che è cambiato il Coachella. Nel mio articolo avevo solo sfiorato l’argomento, adesso posso svilupparlo.
Coachella è diventato un festival dove per ottenere un accredito puoi autodichiararti influencer e devi mandare il link dei tuoi account e dimostrare che hai un determinato numero di follower. Se ce l’hai, hai l’accreditamento da vip e tutto un pacchetto speciale. È una scelta più che legittima, ma il Coachella di qualche anno fa era tutt’altro. Era il rock che andava contro il mainstream e contro un certo tipo di classifiche e di impostazioni, contro le Celine Dion di turno. Al posto dei Rage Against the Machine ci avrei pensato un attimo prima di scegliere quella come platea per il ritorno. Capisco che ci sono legati e che l’hanno già usato, capisco anche il legame con la California, ma io ci sono rimasto male.
Al netto delle perplessità di chi si occupa di musica, riesci a darti una spiegazione di questa scelta?
È semplicissima: soldi. Non sto dicendo che loro sono avidi, ma che nel momento in cui fai partire una struttura come quella che può girare intorno ad un concerto dei Rage Against the Machine, pochi festival al Mondo possono permettersi di fare offerte di un certo tipo. E in più bisogna anche capire come sono i rapporti tra di loro. Apparentemente sono sempre stati buoni anche quando Morello andava da una parte e gli altre dall’altra. Che non sia facile vivere all’interno dei Rage Against the Machine anche un Chris Cornell avrebbe potuto testimoniarlo.
Far ripartire questa macchina è dura, c’è bisogno di un’offerta grossa. Poteva essere il Primavera Sound Festival, sarebbe potuto essere più divertente ripartire da lì. Pur con tutta l’apertura verso il pop e il mainstream, il Primavera di Barcellona ha realmente rappresentato un caposaldo di ciò che è indipendente e alternativo.
Cosa dobbiamo aspettarci da parte dei Rage su quel palco? E che tipo di pubblico dobbiamo aspettarci sotto quel palco?
Uno dei ricordi più belli e intensi della mia vita è stato vedere i Rage Against the Machine a Milano. Erano devastanti dal vivo e infatti quello che mi chiedo come sarà quell’impatto ora che vanno verso i 50 anni. Cosa sarà rimasto? Quanto rischiano di essere una cover di loro stessi? Quello che succede davanti al palco mi fa molta paura.
I prezzi dei biglietti del festival si sono moltiplicati in una maniera assurda per mille motivi. Il rischio è ci siano soltanto persone che vanno ad un festival non perché ci credono, ma perché fa figo essere al Coachella.
Foto dalla pagina ufficiale del Coachella Valley Music and Arts Festival su Facebook