La prima rivendicazione su internet è arrivata ieri pomeriggio con un lancio dell’agenzia stampa del sedicente Califfato, Amaq. Il testo è asciutto, scritto in forma giornalistica distaccata che racconta i fatti, senza commenti. Poche righe che dicono: “I combattenti dello Stato Islamico hanno compiuto una serie di attentati con cinture esplosive e bombe. Gli obiettivi erano un aeroporto e una stazione centrale dei treni nel centro della città di Bruxelles, capitale del Belgio, uno dei Paesi che partecipano all’alleanza internazionale contro lo Stato Islamico.
I combattenti dello Stato Islamico hanno sparato con armi da fuoco all’interno dell’aeroporto di Zaventem, prima che alcuni di loro innescano le cinture esplosive. Nello stesso tempo, un combattente ha innescato la cintura esplosiva all’intenro della fermata del metro Maelbeek. Gli attacchi hanno causato la morte ed il ferimento di almeno 230 persone”.
Poi è comparso un comunicato su un sito di Daesh Isdarat (Pubblicazioni). Il file immagine riporta lo stemma stilizzato dello Stato Islamico in caratteri Kufi e contenente una sura del Corano.
Linguaggio farneticante e minacce a tutti i Paesi occidentali (definiti crociati) che hanno partecipato alla coalizione internazionale. “Il vostro futuro sarà nero e più amaro”
In serata è stato caricato in Internet il numero 23 di An-Nabba (una rivista settimanale) con la notizia in copertina e con un editoriale:
“Gli attacchi dei crociati hanno raffrozato il Califfato. Nell’ultimo mese è aumentato il numero dei combattenti che hanno compiuto operazioni suicide. Sono oltre 200 e la fila dei futuri martiri è lunghissima. Ogni giorno si arruolano a migliaia, da ogni parte del pianeta”.