Cinquecento profughi nei prefabbricati rimasti nel campo base di Expo. Questo era il piano che la Prefettura di Milano avrebbe voluto presentare nel giro di qualche giorno, giusto il tempo di organizzare il sistema. A gestirlo avrebbe dovuto essere la Croce Rossa. E invece il governatore della Lombardia Roberto Maroni lo ha reso pubblico in anticipo, indicando in Giuseppe Sala, l’ex ad di Expo e candidato sindaco per il centrosinistra, il responsabile del progetto. Il prefetto di Milano Alessandro Marangoni, al contrario, sostiene che sia stato stabilito durante la Conferenza Stato-.Regioni che la Lombardia dovesse prendere una quota di profughi siriani. E lo spazio in Expo ha le caratteristiche adatte per l’accoglienza.
“Il Comune di Milano non c’entra niente, è una decisione nazionale. Rientra in un piano del prefetto Alessandro Marangoni – spiega ai nostri microfoni l’Assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino -. Se qualcuno dice no, però, serve capire allora dove li si mette. Il piano di Maroni è chiaro: scaricare tutto al Comune di Milano”. Pierfrancesco Majorino esclude che Giuseppe Sala abbia avuto un ruolo nella partita.
Ma al contrario ormai la polemica è solo politica. E il bersaglio è Sala in veste di candidato sindaco. “Credo che sia un errore. Prendo atto di questa decisione – fa sapere Roberto Maroni -, non ho alcun potere per impedirla, ma ho fatto presente la mia totale contrarietà. So di una lettera che sarebbe stata mandata alla società Expo, nella quale si dice che in merito ci sarebbe stato un accordo con l’ex commissario Giuseppe Sala. Se così fosse, sarebbe ancora più grave, perché lui non poteva decidere senza coinvolgere il Consiglio di amministrazione e, vista la delicatezza della questione, senza informare il presidente della Regione. Mi riservo comunque di fare gli approfondimenti necessari, ma soprattutto confermo la mia totale contrarietà a questo insediamento”. L’interessato, Sala, ha smentito.
“Maroni tenta di strumentalizzare Expo per la campagna elettorale di Milano. L’attacco a Sala è fuori tempo e fuori luogo visto che ormai da due mesi non ha più responsabilità sulle scelte della società, di cui Regione invece fa parte. Il Governatore ha tutti gli strumenti per informarsi e per condizionare le scelte, visto che nel consiglio di amministrazione di Expo ha nominato, il suo avvocato, persona di sua piena fiducia”, è la replica a Maroni di Alessandro Alfieri, il capogruppo del Pd lombardo.
C’è poi un altro fronte che riguarda Expo e che sta rimettendo il candidato Giuseppe Sala al centro della polemica. Dopo quattro buchi nell’acqua, infatti, il consiglio comunale ha approvato la Commissione d’inchiesta sui conti di Expo. Con 25 voti a favore. Anche in questo frangente, la polemica è di casa: per il Pd non c’era motivo per costruire una commissione proprio poco prima che Expo presentasse i conti “ufficiali”. Per tutti gli altri, invece, il problema è muoversi per fare luce sui numeri forniti da Giuseppe Sala, in quel caso in veste di amministratore delegato della società. Presidente della Commissione sarà Manfredi Palmeri, il quale vorrebbe fissare il primo incontro già in due giorni. Difficile però che sia possibile.