“Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto, in particolare i miei studenti, gli insegnanti. Il loro appoggio è stato fondamentale. È la pagina più bella di questa mia storia”.
Sono state le prime parole del professor Stefano Rho, ieri davanti al tribunale di Bergamo, al termine dell’udienza sul suo licenziamento, di fronte al giudice del Lavoro. Una giornata che ha segnato un passo in avanti, una prima vittoria di Rho. L’avvocatura dello Stato, per conto del Miur, il ministero dell’Istruzione, ha proposto una conciliazione, che dovrebbe portare al reintegro del docente: il 25 marzo ci sarà la decisione finale.
Stefano Rho era stato licenziato per omessa dichiarazione al momento dell’assunzione. Tutto era nato undici anni fa. Rho venne sorpreso dai carabinieri, in Valle Brembana, a fare pipì a notte fonda in un cespuglio ai bordi di una strada deserta. Gli costò una multa di 200 euro. Non risultando dal casellario giudiziale, e non essendo il precedente ostativo all’assunzione, non l’aveva dichiarato alla scuola.
Da qui il licenziamento, ma non solo. In questa vicenda assurda Rho ha subìto una pena per mendacio, per falsa comunicazione. Per scontarla ha dovuto lavorare 40 ore in un corso di alfabetizzazione per minori stranieri in una comunità di Sorisole, comune bergamasco. (“Un esperienza comunque importante – ha detto il docente licenziato- che mi ha arricchito la vita”.)
Professor Rho, soddisfatto dell’udienza di ieri davanti al giudice del Lavoro?
“È chiaro che la richiesta di conciliazione del ministero dell’Istruzione mi dà speranze di reintegro, anche se mi auguravo di tornare tra i miei studenti entro Pasqua”.
Quindi una sua prima vittoria, un passo in avanti?
“Direi di sì, ora aspettiamo l’udienza del 25 marzo e vedremo quali proposte ci faranno. Ma la vera vittoria finale ci sarà solo con un pronunciamento di principio, che risolva non solo il mio caso, ma anche quello di tanti altri docenti che si trovano nelle mie condizioni. Ora toccherà alla politica trovare una soluzione definitiva al problema, in modo che non si ripetano più casi simili”.
Che cosa vuole dire a chi l’ha sostenuta, la sostiene?
“Quella che hanno scritto i miei alunni è stata forse la pagina più bella di questa storia. Dopo i primi dieci giorni di isolamento totale in cui sono sprofondato, il loro appoggio e quello di molti insegnanti, è stato decisivo. Il loro sostegno, la loro stima sono stati fondamentali, grazie a tutti loro io non mi sono mai sentito un ex docente, continuo a credere nella scuola pubblica, continuo a sentirmi parte di questa scuola”.
Ascolta qui Stefano Rho che ringrazia i suoi studenti e chi l’ha sostenuto
Accanto al professor Rho, la sua avvocata Yvonne Messi.
Stiamo andando verso il reintegro al lavoro per il suo assistito?
“Direi di sì, perlomeno confidiamo che il rinvio al 25 marzo sia finalizzato al reintegro. L’Avvocatura di Stato, per conto del Miur, ha formulato un’ipotesi di accordo”.
Quindi ce l’avete fatta?
“Aspettiamo il 25 marzo, sono importanti anche i termini, i dettagli dell’accordo che definiremo in quella data”.
Ma davanti al giudice il Miur ha prospettato il reintegro del prof. Rho?
“Il Miur ha prospettato una soluzione che prevede certamente il reintegro”.
Una sua riflessione su questa vicenda?
“Come cittadina mi auguro, spero, che alla fine si arrivi a fare chiarezza per tutti, non solo per il professor Rho. Il caso del mio assistito ha provocato un certo clamore, l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa. Ma il problema è più generale, riguarda molti dipendenti pubblici, e non solo a Bergamo, ci sono stati segnalati casi anche da altre città. Va trovata una soluzione”.
Secondo il deputato del Pd Antonio Misiani, che aveva presentato un’interpellanza sul caso Rho, si sta mettendo a punto una modifica legislativa per evitare che accadano ancora situazioni simili.