Per Gian Enrico Rusconi, uno dei più importanti germanisti italiani, il voto che ha visto l’affermazione di Alternativa per la Germania nei tre laender in cui si è votato domenica, è un vero e proprio terremoto. Il sistema politico tedesco ne esce modificato, più vicino a quello degli altri paesi europei dove l’ondata populista da tempo minaccia la stabilità, se non addirittura l’esistenza, dei partiti tradizionali. Per la Cdu è andata male; per l’Spd ancora peggio: vincono gli anti europeisti che hanno portato avanti una campagna elettorale a base di slogan contro gli immigrati.
In questo quadro, dice Gian Enrico Rusconi, emerge un paradosso politico: Angela Merkel, apparentemente la Grande Sconfitta, in realtà può uscire avvantaggiata dal test elettorale. Per un semplice motivo: pur indebolita, la cancelliera rimane l’unico baluardo contro l’avanzata dell’anti politica. Non ha rivali nel suo partito perché nessuno è in grado di insediarle la poltrona ed è l’unica in grado di coagulare attorno a sé una Grande Alleanza dei partiti tradizionali (Spd, Verdi e Liberali, che in queste elezioni hanno rialzato la testa) contro le forze dell’ anti politica.
L’Europa deve riflettere dopo questo voto, dice ancora Rusconi. La Germania è inquieta; i tedeschi sono inquieti. La nuova ondata di immigrati non è stata assimilata. La decisione di Angela Merkel di fare entrare i profughi siriani non è stata capita. Lei ha sempre rivendicato con orgoglio la scelta fatta; molti dei suoi connazionali, invece, l’hanno rifiutata. Da ieri, Berlino è un’isola elettorale meno felice rispetto al passato.
Qui potete ascoltare l’intera intervista a Gian Enrico Rusconi