“Se intende farlo, io non posso che esserne felice”.
Di fronte all’ennesima domanda se sarà offerta a Francesca Balzani la guida della lista Pd alle prossime elezioni amministrative, Pietro Bussolati alla fine risponde così.
Il segretario del Pd milanese è ospite del Microfono aperto. Il tema delle candidature attraversa inevitabilmente la trasmissione dopo che la vice-sindaco ha annunciato di non voler guidare la lista cosiddetta arancione. Le domande sul futuro della coalizione e di Balzani sono ripetute, le risposte un po’ diplomatiche, qualche ascoltatore arriva ad accusare Bussolati di “arrampicarsi sui vetri”. Finchè, quasi a fine trasmissione, di fronte alla nuova domanda diretta, la risposta cambia leggermente.
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Giuseppe Sala offrirà un ruolo diretto, in Giunta, ai suoi avversari di primarie Balzani e Majorino? Anche di fronte a questa domanda, Bussolati dice di non voler risultare vago.
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E’ il giorno dopo il gran rifiuto di Balzani. Il suo “no” a guidare la lista arancione ha scompaginato alcune carte. Una parte della coalizione sta pensando a come riorganizzare il proprio eventuale sostegno al candidato Sala e la propria presenza. I vertici del partito democratico dichiarano di voler andare in ogni caso avanti. “Si tratta di un passaggio stretto” sostiene Bussolati. “Al di là delle responsabilità, ora dobbiamo guardare avanti”.
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Secondo i critici, siamo nel pieno di un classico caso di personalismo eccessivo. Secondo altri, invece, il nodo è politico, evidente ed è inutile nasconderlo: l’ala sinistra della coalizione rischia di essere chiamata esclusivamente ad attrarre voti per il candidato Sala senza aver garanzie di poter incidere sulle sue politiche. “Ritengo essenziale l’asse a sinistra” dice Bussolati, che curiosamente ricorre anche a un esempio personale per provare a spiegare: “Per fare la pace bisogna fare delle cose insieme. Serve in politica come nella vita”.
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