Rabbia per essere considerati ancora, dalla classe politica, persone di serie B.
Consapevolezza del fatto che la battaglia per l’affermazione per i diritti civili di tutti in Italia sia solo all’inizio dopo l’approvazione al Senato del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili da cui è stata stralciata la cosiddetta stepchild adoption, il riconoscimento del figlio del partner.
E man mano che si alternavano gli interventi sul palco, c’era un obiettivo che veniva gridato più forte: matrimonio egualitario. In piazza del Popolo si sono riunite associazioni che, sulla Cirinnà e sull’esito finale al Senato hanno avuto posizioni diverse. Le Famiglie Arcobaleno, Arcigay e Arcilesbica, Anddos, assieme a Cgil (la segretaria generale Susanna Camusso ha parlato dal palco) e partiti della sinistra (il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, ha annunciato l’intenzione di ripresentare l’emendamento sulla stepchild) e tante altre sigle e gruppi.
Il messaggio comune è rivolto al futuro: ottenere nuovi diritti, a partire da quelli che sono stati esclusi dalla Cirinnà, e non lasciare che tutto si riduca a un contratto tra conviventi.
Come ci ha detto il segretario nazionale dell’Arcigay, Gabriele Piazzoni
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“La cosa vigliacca è avere escluso l’amore dalla legge“, ci dice Carlo Gabardini, l’attore che ha infiammato la piazza con il suo intervento “da adesso in poi noi l’amore lo dobbiamo mostrare”
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Alla fine sul palco sono saliti i genitori e i bambini delle Famiglie Arcobaleno che hanno cantato assieme a Emma Marrone, una delle testimonial della manifestazione assieme a Paola Turci.
“Mi hanno insegnato a combattere per i diritti di tutti” ci ha detto alla fine della manifestazione
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