Verità e giustizia per Giulio Regeni.
E’ quello che chiederanno oggi i manifestanti nel sit-in organizzato davanti all’ambasciata egiziana a Roma a partire dalle 14. L’iniziativa parte dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e ha ricevuto l’adesione anche di Amnesty International.
L’ultima versione del governo del Cairo sulla morte del giovane ricercatore italiano assomiglia a un nuovo tentativo di depistaggio. Il ministero dell’Interno egiziano ha parlato di possibile “vendetta personale”, adombrando la possibilità che Regeni fosse coinvolto in vicende di droga. Una versione che è stata subito rimandata al mittente da Roma. “Non ci accontenteremo di una verità di comodo né di ricostruzioni improbabili“, ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. La Farnesina ha anche chiesto che gli agenti italiani inviati al Cairo abbiano accesso a tutti i documenti e i referti medici in possesso della procura di Giza.
L’ultima versione del governo egiziano segue le prime ricostruzioni, secondo cui Giulio Regeni era morto per un incidente stradale. Fin dall’inizio, dunque, è parso chiaro il tentativo di confondere le acque e derubricare la morte di Regeni a semplice fatto di cronaca.
“Fondamentale è anche l’attezione dell‘opinione pubblica in Italia” – ci ha detto Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili, tra gli organizzatori della manifestazione di oggi. Ma anche il governo deve dimostrare di impegnarsi a fondo per la ricerca della verità. “Le affermazioni di Gentiloni ci rassicurano – aggiunge Gonnella – ma speriamo che ci siano conseguenze concrete. Non devono esistere ragioni di realpolitik o ragioni commerciali che ci facciano accontentare di verità di facciata”.
Ascolta l’intervista a Patrizio Gonnella