Le prime quarantotto ore di campagna elettorale per decidere se stare dentro o fuori dall’Unione europea sono state più che mai dominate dalle personalità del mondo politico. Quello conservatore per essere più precisi. Sabato il premier David Cameron, parlando al popolo britannico di fronte a Downing Street, era stato chiaro: “La scelta è nelle vostre mani – ha detto – ma io credo in una Gran Bretagna più forte e sicura solo dentro l’Unione europea”.
Nonostante l’esito dei negoziati di Bruxelles, non tutti i Tories si sono allineati con il primo ministro e il fronte che parteggia per la secessione dall’Europa ha registrato un’adesione importante. Quella di Boris Johnson, sindaco di Londra al secondo mandato, conservatore, compagno di college di Cameron a Oxford, ma non per questo sempre allineato con il primo ministro. Anzi, secondo gli analisti, è pronto a fargli le scarpe nel caso in cui il governo dovesse andare in crisi.
Johnson sostiene che il Regno Unito abbia un grande futuro fuori dall’Unione europea e, visto il suo peso sulla scena politica britannica, potrebbe, a detta di molti, diventare l’ago della bilancia di questo referendum. Dalla parte del sindaco si sono schierati altri sei ministri, mentre i laburisti, nazionalisti scozzesi e gallesi voteranno rimanere nell’Unione europea.
A quattro mesi dal referendum le posizioni sembrano delinearsi in fretta. In queste ore tocca al mondo degli affari britannico: le maggiori cento società quotate in Borsa renderanno pubblico il loro appoggio al primo ministro in un comunicato ufficiale.
In questo quadro è impossibile non notare l’assenza del protagonista principale: l’elettorato. Gli ultimi sondaggi attestano il numero degli indecisi al 30 per cento, un numero altissimo che potrebbe determinare un’affluezna ai minimi storici. La sensazione è che chi voterà non lo farà pensando agli ultimi accordi di Bruxelles ma più semplicemente all’economia, alla certezza di un lavoro e ai servizi.
Quasi una beffa per Mister Cameron dopo le riunioni interminabili dello scorso weekend con gli altri leader europei. David Cameron è partito in vantaggio ma sa che a questo punto ha tutto da perdere.
Daniele Fisichella lavora a Future Radio – Norwich
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