“Se l’uomo è ciò che mangia, l’intellettuale è ciò che legge”.
Così sintetizza Hans Tuzzi, noto scrittore, saggista e bibliofilo, prima di cominciare a raccontare ai microfoni di Cult come Umberto Eco (con cui collaborò a Bologna) avesse deciso di comporre la propria biblioteca.
In una libera conversazione, poco prona all’episodica spicciola così frequente nelle commemorazioni e particolarmente stridente in presenza di un personaggio come Eco, Hans Tuzzi ne riassume i gusti e le predilezioni, mettendo in relazione lo studio dei libri (e del libro) con la sua attività di scrittore, analista e comunicatore del contemporaneo.
Tuzzi ricorda come, negli anni Sessanta, quando il mondo non conosceva il web, Eco avesse intervistato e fatto conoscere personalità della cultura internazionale che anche solo leggere era difficile, per la macchinosa e scarsa diffusione dei libri stranieri.
Oppure, ribadisce come il segno profondo lasciato da Eco semiologo possa ricolleggarsi anche al suo periodo di dirigente televisivo, sempre acuto nel percepire gli orientamenti della cultura del Paese e dell’Europa.
Un accurato e suggestivo ritratto di un grande intellettuale, firmato da un grande scrittore.
Ascolta l’intervista di Hans Tuzzi su Umberto Eco