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Come gli altri

come gli altri, campidoglio

Questi giorni di marzo 2019, 20 e 21, incipit di Primavera, saranno ricordati come quelli della fine del Movimento 5 Stelle. Non la fine materiale, perché il partito di Casaleggio continuerà a prendere voti, magari pure tanti, e magari continuerà a vincere e governare. Ci riferiamo alla fine di una stagione politica, che sarà irripetibile. Quella della retorica della lotta contro la cosiddettta “casta” e la classe politica corrotta, quella del Parlamento da aprire come una scatola di tonno, quella dell’antipolitica, quella dell’uno vale uno. Quella del popolo contro le élite.

Il Movimento 5 Stelle ieri ha evitato a Salvini il processo per convenienza e nello stesso giorno ha espulso un suo rappresentante arrestato, il presidente del Consiglio Comunale di Roma, per convenienza. 24 ore dopo un assessore della giunta romana è finito sotto inchiesta per le stesse ipotesi di reato, la corruzione nella costruzione del nuovo stadio. Roma è stato il trampolino di lancio dei grillini. Prima il Campidoglio, poi il Parlamento e il Governo. Promettevano di cambiare Roma e l’Italia, sono Roma e l’Italia che hanno cambiato i 5 Stelle.

In cosa li hanno trasformati, nel demonio? No. Li hanno trasformati in un partito come gli altri. Con pregi, con meriti, con buone idee. Come gli altri. E con difetti, con cattive idee e cattiva politica, con cinismo e spregiudicatezza. Come gli altri. Una élite politica che tiene alla propria riproduzione politica, tradotto alla propria sopravvivenza. Come gli altri. Che fa scelte in contraddizione con i propri princìpi, per convenienza. Come gli altri. Dove ci sono le brave persone e i corrotti, fatto salvo il valore sacrosanto del garantismo per tutti. Come gli altri.

Come gli altri. Tre parole che dovrebbero essere normali, una idea che dovrebbe essere normale, e che invece, per chi è nato e cresciuto vendendo un prodotto, quello della diversità, dell’onestà, dell’essere migliori, diventano un grosso problema.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Al Memoriale della Shoah di Milano apre la mostra di Marcello Malberti "TU SEI LA MEMORIA DELLA MIA NOTTE", in collaborazione col PAC (Padiglione d'Arte contemporanea). Curata da Diego Sileo, l’esposizione prende spunto dall’installazione permanente dell’artista "Invitami notte a immaginare le stelle", collocata sulla facciata del Memoriale. L’opera era stata inaugurata nel 2023 in occasione della Giorno della Memoria, durante la trasmissione Binario 21, con protagonisti Fabio Fazio e la Senatrice Liliana Segre. Partendo da questa prima installazione, Marcello Maloberti arricchisce il progetto originale con quattro nuove opere, creando un dialogo con Liliana Segre: il risultato è un percorso suggestivo, fatto di domande al visitatore, spunti di riflessione ma anche provocazioni. La mostra è visitabile dal 23 gennaio al 16 marzo 2025. Oggi a Cult ne ha parlato Tiziana Ricci con il suo servizio.

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