Adam McKay e Jordan Peele non sono – ancora – nomi ultra-noti al grande pubblico, ma è il caso di segnarseli come autori da tenere d’occhio. Hanno alcune cose in comune: entrambi vengono dalla comicità e dalla commedia, entrambi hanno raggiunto la legittimazione critica con film pluri-nominati, e premiati, agli Oscar, ed entrambi portano avanti discorsi e visioni dichiaratamente politici.
Adam McKay è bianco, ha 50 anni ed è il regista dei film La grande scommessa e Vice: il primo racconta la crisi del 2008 attraverso la storia di alcuni investitori che riuscirono a prevedere il default e a guadagnare miliardi dal collasso dell’economia globale; il secondo è una bruciante biografia di Dick Chaney, accusatoria senza mezzi termini nei confronti di un uomo che ha sempre perseguito il potere per il potere, da Nixon a Bush Jr., ed è corresponsabile di buona parte dei disastri geopolitici attuali, soprattutto quelli in Medio Oriente. Adam McKay è cresciuto professionalmente nel celebre programma comico Saturday Night Live, e prima di diventare un autore di cinema civile ha lavorato a parecchie commedie demenziali insieme all’attore Will Ferrell.
Jordan Peele di anni ne ha 40, è afroamericano, e ha scritto e diretto il film Scappa – Get Out: un horror fantascientifico a basso budget che nel 2017 ottenne un grande successo di pubblico negli Stati Uniti, riuscendo a sintetizzare efficacemente le complessità della questione razziale americana in una vicenda di terrore, lavaggio del cervello e neo-schiavitù. Anche Jordan Peele si è formato artisticamente in un programma comico televisivo, Key & Peele, composto di sketch satirici e andato in onda per cinque stagioni su Comedy Central (anche sul corrispettivo italiano del canale).
Entrambi hanno vinto un Oscar per la sceneggiatura, ed entrambi – mentre lavorano al prossimo film – sono tornati in forze al piccolo schermo, e con svariati progetti. McKay ha prodotto la serie drammatica Succession per HBO (ne abbiamo parlato lo scorso autunno), Peele ha da poco reso disponibile su YouTube Premium la webserie Weird City e in primavera arriverà il suo atteso remake del classico Ai confini della realtà. Nel frattempo, lo scorso febbraio, entrambi gli autori hanno pubblicato, sulla piattaforma Amazon Prime Video, due serie documentarie, molto diverse tra loro, ma ugualmente interessanti.
La docuserie di Adam McKay s’intitola Quella bestia gigante che è l’economia globale: sono otto puntate, durante le quali l’attore Kal Penn (era in Dr. House, ma lasciò il ruolo per entrare nello staff di Barack Obama) gira il mondo intervistando esperti e cercando di spiegare i complessi meccanismi, spesso truffaldini, che regolano il turbocapitalismo. L’inconfondibile stile satirico, rapido, colorato, apertamente di parte richiama direttamente La grande scommessa e Vice.
Jordan Peele è invece tra i produttori di Lorena, quattro puntate di un documentario true crime che ricostruisce il famoso caso di Lorena Bobbitt, la donna che negli anni 90 evirò il marito e fu al centro di un fenomeno mediatico globale: una storia dell’orrore americano, che racconta – tra le altre cose – di violenza domestica e abusi, spesso ignorati della fame di scandali dei media. Lorena, che può contare su interviste esclusive agli stessi Lorena e John Wayne Bobbitt, ha un tono meno rutilante e più rigoroso, ma non è meno politico e impegnato di Quella bestia gigante che è l’economia globale. A testimoniare, tra le altre cose, che una stagione di televisione e cinema civile è in atto, e non ha timore di prendere anche strade inaspettate.