
Il governo italiano e la commissione europea hanno raggiunto un accordo sulle banche italiane. L’obiettivo è alleggerirle da una massa di sofferenze, cioè prestiti concessi a chi ormai non sembra più in grado di restituire i soldi. Il problema era farlo senza violare le norme europee sulla concorrenza. La soluzione è stata annunciata ieri sera dalla commissaria di Bruxelles Margrethe Vestager e dal ministro Pier Carlo Padoan.
L’intesa prevede che le banche italiane potranno vendere 200 miliardi di crediti a rischio coprendo le possibili perdite con una garanzia pubblica. Gli istituti dovranno comprarla a prezzo di mercato, perché uno più basso farebbe scattare l’accusa di aiuto di Stato. Il governo potrebbe mettere a disposizione 40 miliardi: per fare un paragone, la legge di stabilità approvata a dicembre ne pesa 35. Le garanzie saranno cedute alle singole banche, senza la creazione di un’unica “bad bank“, che era stata ipotizzata.
Nelle scorse settimane il sistema del credito italiano è stato al centro dell’attenzione mediatica per diversi motivi. Si va dal salvataggio di quattro istituti a novembre, con le perdite scaricate anche su chi aveva comprato obbligazioni, ai crolli in borsa dei titoli bancari che hanno trascinato giù piazza Affari da gennaio. L’accordo di Bruxelles punta ad abbassare la tensione sul settore: Renzi e Padoan hanno ripetuto più volte che è solido.