Se fosse stato realizzato vent’anni fa sarebbe stato un film di fantascienza. E questo doveva essere nelle prime intenzioni di Giuseppe Tornatore, che ha iniziato a pensare a questa storia d’amore che valica i confini della realtà, alla fine degli anni Novanta.
Ma La Corrispondenza, oggi, è perfettamente integrato nella contemporaneità. È rimasta l’idea della storia d’amore senza confini, un amore immortale al di là di chi si trovi materialmente su questa terra, ma è perettamente integrata e guidata dall’avanzamento tecnologico della nostra epoca.
Per la sua composizione poco si può dire della trama, anche se il nodo importante che fa da traino a tutto il film diventa comprensibile nella prima mezz’ora. Butto lì un unico riferimento cinematografico che, per dovere di cronaca, non è attribuibile agli spunti cinematografici di Tornatore: Hereafter di Clint Eastwood, che in ogni caso è legato a una spiritualità lontanissimia dagli intenti di La Corrispondenza, molto più interessato alla prova scientifica di ciò che racconta.
Il film è ambientato in Gran Bretagna, con qualche incursione sull’isola di San Giulio, luogo reinventato come isola di pace, amore e magia folcloristica immutata nel tempo. I due protagonisti amanti simbiotici e ossessionati da iMessage e WhatsApp, ma senza disdegnare pony express e buste color vinaccia, sono interpretati da Jeremy Irons e Olga Kurylenko: illustre professore di astrofisica lui, sua studentessa e stuntwoman lei.
La colonna sonora è realizzata ancora una volta da Ennio Morricone, recentemente premiato con un Golden Globe per la musica composta per The Hateful Eight, il nuovo film western di Quentin Tarantino.
Ascolta l’intervista a Giuseppe Tornatore