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Nazareno, chi? Il patto non esiste, ma in tv si vede. Intervista con Marco Mele.
A cura di:Raffaele Liguori
La Tv in Italia? Sembra essere cambiato poco dall'apice del berlusconismo televisivo, dieci anni fa. Rispetto ad allora gli interessi, non solo televisivi, di Berlusconi continuano a spadroneggiare. Colpa del patto del Nazareno? «Non ce n'è bisogno», racconta a Memos Marco Mele, giornalista del Sole 24 ore che da anni scrive di tv e media. «Il patto del Nazareno c'entra poco. C'entra, invece, il fatto che esiste una cultura di governo – anche in questo governo di centrosinistra – che non va a smuovere gli assetti del sistema televisivo nazionale. Accade di default, senza che ci sia bisogno del patto». L'ultima vicenda è quella che riguarda i canoni per i diritti d'uso delle frequenze televisive su cui il governo è intervenuto, un paio di giorni fa, per confermare uno sconto ad hoc su quel canone a favore di Rai e Mediaset. «L'unica cosa certa – dice Mele – è che oltre al favore a Mediaset si rischia di aggravare la situazione delle tv locali, con un danno al pluralismo». A Memos Marco Mele fa alcune ipotesi attorno alle ragioni delle ultime mosse in casa Fininvest, in particolare la cessione di quasi l'8% delle azioni Mediaset. E infine la riforma della governance della Rai, invocata ancora l'altro ieri da Renzi, ma che ancora non esiste, nemmeno sulla carta.
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