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L’ultimo treno per l’industria italiana. Finmeccanica vende Ansaldo Breda ed esce dall’industria ferroviaria. Intervista con Stefano Sylos Labini.
A cura di:Raffaele Liguori
Un altro colpo per l'industria italiana. La Finmeccanica – società statale, il più grande gruppo italiano dell'alta tecnologia (difesa, aerospazio e sicurezza) – ha venduto ai giapponesi della Hitachi la Ansaldo Breda e la Ansaldo Sts. L'Italia esce così da un settore strategico come quello dell'industria ferroviaria. Alla Breda lavorano 2 mila persone. Alla Sts sono in 4 mila. Gli stabilimenti si trovano a Pistoia, Napoli e Reggio Calabria. E' singolare - anche se i due eventi non sono strettamente collegati - che ieri, quasi contemporaneamente, mentre il governo italiano diceva un altro sì al progetto dell'alta velocità ferroviaria Torino-Lione (nel vertice Renzi-Hollande), la Finmeccanica annunciasse l'uscita dell'Italia dall'industria dei treni. Memos oggi ha ospitato Stefano Sylos Labini, studioso di economia ambientale ed energia, ricercatore dell'Enea. Sylos Labini è autore, insieme a Giorgio Ruffolo, di un libro uscito un paio d'anni fa dal titolo: “Il film della crisi. La mutazione del capitalismo” (Einaudi, 2012). La tesi del libro: la crisi che stiamo attraversando non è una crisi qualunque. Dopo di essa le cose non torneranno piú come prima, perché è avvenuta una mutazione profonda del capitalismo, sostengono Sylos Labini e Ruffolo. E il caso Finmeccanica-Hitachi è anche un segno di questa mutazione.
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