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Presidenziali francesi: un voto doppio, per la Francia e l’Europa.
A cura di:Raffaele Liguori
La campagna elettorale è praticamente finita. Domenica 23 i cittadini francesi sono chiamati a votare per il primo turno delle presidenziali. Quindici giorni dopo ci sarà il ballottaggio decisivo. Sarà un voto per la Francia e allo stesso tempo per l’Europa. Per entrambe il pericolo vero si chiama Marine Le Pen. Tra tre giorni calerà il sipario sulla presidenza Hollande, cinque anni in cui l’ombra del crepuscolo non lo ha mai abbandonato. Anche nei momenti terribili degli attentati a Charlie Hebdo, al Bataclan e a Nizza. I candidati alle presidenziali di domenica sono 11. I primi cinque nei sondaggi sono, in ordine alfabetico: François Fillon (il repubblicano all’americana), Benoît Hamon (il socialista), Marine Le Pen (la neofascista xenofoba), Emmanuel Macron (il centrista europeista), Jean-Luc Mélenchon (la sinistra alternativa). Qual è la posta in gioco nel voto di queste presidenziali francesi? Memos lo ha chiesto a Yves Meny, politologo francese, presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e a Marco Revelli, politologo e sociologo all’università del Piemonte Orientale. La puntata si è conclusa con le definizioni che Yves Meny e Marco Revelli hanno dato del populismo. Meny è coautore di un libro “Populismo e democrazia” (Mulino, 2004) che rappresenta una delle prima analisi del populismo contemporaneo. Revelli, invece, ha appena pubblicato uno suo lavoro di ricerca sociale e politologica, “Populismo 2.0” (Einaudi, 2017).
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