
È durato tutta la notte il blitz delle forze di sicurezza contro gli assalitori di un Hotel di Ouagadougou, in Burkina Faso. Tre terroristi sono stati uccisi. Ci sono almeno 27 morti, fra i clienti dei due ristoranti e dell’hotel presi di mira nell’attentato. Potrebbero esserci ancora alcuni membri del commando nascosti in un palazzo vicino. Centoventisei gli ostaggi liberati, di 18 nazionalità diversi.
Un attacco che ricorda quello di due mesi all’Hotel Radisson di Bamako, in Mali. Anche in quel caso l’obiettivo era stato un grosso albergo internazionale, anche in quel caso c’era stata una presa di ostaggi. Poche ore fa è arrivata via internet la rivendicazione di Al Qaida per il Maghreb islamico.
Tutto è cominciato intorno alle 19-30 di venerdì sera. Uomini armati hanno sparato sui tavolini all’aperto di 2 ristoranti, il Taxi Brousse e il Cappuccino, quest’ultimo frequentato soprattutto da espatriati. Poi gli assalitori hanno fatto irruzione nell’Hotel Splendid dove era in corso un ricevimento dell’Agenzia africana per la sicurezza aerea. C’era anche un ministro burkinabè, che però è riuscito a fuggire illeso, assieme a un altro centinaio di ospiti dell’Hotel.
L’assalto delle forze di sicurezza è andato avanti per diverse ore, con l’appoggio di forze speciali francesi fatte arrivare dal Mali e dell’intelligence statunitense. Intanto la hall dell’albergo e alcune auto bruciavano.
Le vittime potrebbero esserci anche diversi europei, ma ancora i nomi non sono stati diffusi. A Ouagadougou vivono 4 mila francesi e lavorano tante Ong di molti paesi.
Gli italiani che vivono stabilmente in Burkina Faso sono circa 200. Uno di questi è Luca Fusi, regista teatrale. In questa intervista ci racconta che la comunità musulmana, maggioritaria in Burkina Faso, è sempre stata moderata, tollerante, integrata con la comunità cristiana. “Parlando con gli abitanti del mio quartiere – dice Luca Fusi – i più indignati sono i musulmani che si sentono derubati della loro fede, in funzione di un avvenimento di cui non capiscono il senso”.
Ascolta la testimonianza da Ouagadougou
“Hanno voluto colpire un Paese dove la convivenza tra religioni diverse e’ possibile” ha raccontato Mira Gianturco, responsabile di un programma della comunita’ di Sant’Egidio a Ouagadougou. “Stamane mi hanno chiamato decine di amici musulmani: persone che volevano sapere come sto, se fosse tutto a posto. Qualcuno e’ venuto addirittura a cercarmi a casa”.
A Ouagadougou c’è sconcerto. È la prima volta che un attacco di questo genere avviene in Burkina Faso. C’erano stati degli attacchi jihadisti negli ultimi mesi ai confini con il Mali, ma il resto del paese era sempre stato tranquillo.
Anzi, a Ouagadougou la società civile è molto forte e unita: è riuscita nel 2014 a cacciare il dittatore Blaise Compaorè, a sventare un colpo di stato lo scorso settembre, ad accopagnare un percorso democratico che ha portato il paese ad elezioni corrette, tranquille, definite “esemplari” per tutta l’Africa. A Novembre è stato eletto il nuovo Presidente, Roch Kaborè, che ha appena dato il via al suo nuovo governo. Ora la speranza è che questo cammino non si interrompa.
La città ha già ripreso a funzionare normalmente, con l’eccezione del quartiere centrale attorno all’Hotel Splendid, che resta bloccato. I negozi sono aperti, c’è traffico. Fabio Ammar lavora a Ouagadougou per l’ong Acra.