Due settimane fa la Baviera. Ora l’Assia. E la forte ascesa dei Verdi si vede anche nei recenti sondaggi nazionali, dove il partito ambientalista sta occupando con una certa frequenza il secondo posto alle spalle della CDU, con percentuali tra il 19 e il 21%.
I Verdi, per utilizzare un’espressione che si è sentita spesso in questi giorni, sono in “volo ad alta quota”. Un successo che ha diversi fattori, meriti propri e anche, in un certo senso, ha guadagnato dai punti deboli altrui.
In Assia i Verdi hanno sfiorato il 20%, oltre 8 punti in più delle scorse elezioni. In questi 5 anni sono stati al governo, partner di minoranza dell’esecutivo a guida CDU, con la quale hanno lavorato in maniera piuttosto soddisfacente, dicono gli elettori. Mostrato che si può collaborare tra forze di orientamento diverso anche senza gli scontri e i litigi che invece caratterizzano spesso la Grande coalizione di Berlino.
Tarek Al-Wazir, vicepresidente regionale e co-candidato di punta assieme a Priska Hintz, è stato poi dichiarato il politico più popolare del Land. I Verdi hanno ottenuto i voti soprattutto tra donne giovani, persone con alto livello di istruzione e abitanti delle città. Hanno portato via oltre 100 mila voti alla CDU, penalizzata dalla brutta immagine del governo federale, e ne hanno presi circa 140 mila da ex elettori socialdemocratici.
Una dinamica simile a quanto avvenuto due settimane fa in Baviera. E il successo nel Land meridionale ha fatto da traino anche per i colleghi assiani.
Protezione dell’ambiente, agricoltura sostenibile, ma anche più giustizia sociale, lotta al populismo, tolleranza, accoglienza, europeismo. Si possono sintetizzare così i punti cardine del partito. Che ha una classe dirigente, a partire dai leader Robert Habeck ed Annalena Baerbock, nuova e relativamente giovane, in grado di comunicare in maniera efficace. E credibile. Portando dalla propria parte anche chi non rientra nello schema diciamo dell’elettore tipo dei Gruenen.
In questi giorni ci si è chiesti più volte se i Verdi stiano cambiando, se siano diventati ormai diciamo una forza “moderata”, centrista. Dal partito dicono di no, che i Verdi restano a sinistra del centro e che piuttosto sono cambiate le sensibilità degli elettori – dall’inquinamento dei motori diesel ai cambiamenti climatici, in particolare dopo la torrida estate di quest’anno. Oppure, in una Germania dove cresce anche l’estrema destra e l’AfD è ora in tutti i parlamenti regionali, i Verdi sono stati visti come un argine a razzismo e xenofobia.
E adesso si guarda già avanti, alle elezioni europee l’anno prossimo. Dove i Verdi vogliono confermare i successi raccolti finora.