La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato ieri l’intenzione di chiudere con la politica nel 2021, alla naturale scadenza del suo mandato. Dopo i risultati tutt’altro che soddisfacenti ottenuti dal CDU, Merkel ha deciso di fare un passo indietro dopo 13 anni alla guida della Germania.
Cosa succederà adesso? Chi prenderà il posto di Angela Merkel e come cambierà la Germania nei prossimi anni? Ne abbiamo parlato con Manfred Kolbe, ex parlamentare ed esponente della CDU.
Senz’altro la giornata di ieri è stata una giornata storica. Si è chiusa un’epoca. Dopo 18 anni come presidente del Partito e dopo 13 anni come cancelliere della Germania, Angela Merkel ha deciso di ritirarsi lentamente e questa è la fine di un’epoca. Un giovane 25enne o anche trentenne non conosce altro che Angela Merkel. Nei prossimi mesi avremo un cambiamento storico.
È un cambio storico che non riguarda solamente la CDU, ma che potrebbe riguardare a breve, o forse meno a breve, anche le sorti della governo. Con il ritiro di Angela Merkel perde legittimità la grossa coalizione e molto dipenderà dalla scelta che verrà fatta per la segreteria: una scelta in continuità con l’eredità di Merkel oppure una scelta che porti la CDU in tutt’altra direzione. Lei che cosa pensa?
Storicamente in Germania il cancelliere della CDU è stato sempre anche il presidente del partito. Lo è stato Adenauer per decenni e anche Angela Merkel per 13 anni. La separazione non ha mai funzionato e lo aveva detto la stessa Angela Merkel solo due settimane. Adesso ha cambiato idea, ma ci sarà una cancelleria precaria e non so se durerà fino al 2021, non lo sa nessuno. Potrà durare alcuni mesi, ma potrebbe anche andare avanti per anni.
Rispetto alla successione noi abbiamo capito che ci sono tre candidati principali: Annegret Kramp-Karrenbauer, che la candidata della continuità con Angela Merkel, anche se non del tutto sulla sua linea. Jens Spahn, l’attuale Ministro della Salute, che se abbiamo ben capito fa parte dell’ala più a destra del partito. E Friedrich Merz, storico oppositore di Merkel. È corretto?
Sì, poi c’è un altro candidato di mezzo, Armin Laschet, Primo Ministro della North Rhine-Westphalia, che ieri ha detto di voler moderare la successione, magari anche con l’obiettivo di essere lui il successore. Attualmente abbiamo tre candidati e mezzo. In 60 anni di storia della CDU raramente il partito ha avuto una scelta così vasta.
A vedere i profili di questi candidati sembrerebbe che il vostro partito sia destinato ad andare più a destra rispetto alle posizioni di Angela Merkel. È così?
Diciamo che la situazione migliore sia non andare a destra, ma ritornare un po’ di più ai valori tradizionali. Angela Merkel ha spostato il partito un po’ nel centro-sinistra, anche mettendo in difficoltà la socialdemocrazia. Un candidato Merz o un candidato Spahn riporterebbe la CDU ai valori più tradizionali di Helmut Kohl. E questo è stato anche il dilemma alla fine dell’era Merkel: lei era la cancelliera incontrastata fino al 2015. Poi c’è stata la questione della crisi migratoria e della politica della quasi accoglienza illimitata che Angela Merkel ha propagandato e che la maggioranza dei tedeschi non ha seguito. Dal 2015 è iniziato il declino della cancelliera e adesso si vedrà se un altro candidato riporterà la CDU ai valori tradizionali o se la candidata Kramp-Karrenbauer, che sembra la piccola Merkel, continuerà il percorso di Angela Merkel. Questa sarà la decisione che dovrà prendere il partito.
Stiamo assistendo al declino di Angela Merkel e delle sue scelte politiche o stiamo assistendo al declino di quello che forse, anche per peso simbolico, è l’ultimo dei grandi partiti tradizionali rimasti in Europa? Un’Europa che in questi anni ha visto crollare progressivamente tutti i partiti tradizionali elezione dopo elezione. Siamo di fronte una crisi irreversibile per la CDU oppure è semplicemente una crisi dopo le scelte politiche adottate da Merkel?
Credo che le ragioni siano entrambe. In tutta Europa abbiamo una diversificazione dei partiti e nessuno raggiunge più il 40%. In Germania si è divisa la sinistra. 20 anni fa c’era la socialdemocrazia, adesso da una parte abbiamo la socialdemocrazia, abbiamo una parte dei Verdi e c’è anche la sinistra ex-comunista, ma abbiamo avuto una divisione anche sulla destra. È un fenomeno che abbiamo avuto in tutta Europa e credo che la cancelliera Merkel abbia giocato un ruolo in questo con la sua politica migratoria.
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