Approfondimenti

“Nessuno ascolterà più la voce dei sopravvissuti”

Lello Di Segni

Lello Di Segni, l’ultimo sopravvissuto al rastrellamento di Roma del 16 agosto 1943, si è spento stanotte a Roma a 92 anni, più di 70 anni dopo esser stato liberato a Dachau dopo quasi due anni di campo di sterminio di Auschwitz.

Con la morte di Lello Di Segni se ne va quindi l’ultima testimonianza diretta di quanto accaduto quella tragica notte tra le vie del ghetto ebraico della Capitale e si riduce drasticamente anche il numero dei sopravvissuti in tutta Italia.

Abbiamo intervistato lo storico Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma, che ha commentato ai microfoni di Radio Popolare la scomparsa di Lello e ha tracciato un disegno piuttosto negativo per il futuro.

La retata del 16 ottobre 1943 rappresenta la memoria storica per eccellenza della città di Roma, perché è stata la prima e la più grande razzia che i nazisti abbiano fatto nella Capitale. Nessuno se l’aspettava, anche perché c’era stata la questione dell’oro di Roma che è stato un grande ricatto e per questo tutta la comunità ebraica si sentiva garantita dall’aver pagato questo ricatto. E invece i nazisti hanno scatenato la più grande retata che avrebbero mai compiuto in tutta Italia: hanno preso 1.250 persone. Alcune, come i non ebrei o i coniugi e i figli di matrimonio misto, sono state rilasciate, anche gli ebrei stranieri appartenenti a nazionalità in un certo senso neutrali. Alla fine sono state deportate 1.022 persone, qualcosa di enorme per la città di Roma, anche se bisogna dire che i nazisti volevano deportare molte più persone, ma non ci sono riusciti.
Lello Di Segni era l’ultimo sopravvissuto a questa retata. I sopravvissuti sono stati 16, 15 uomini e una donna, e sono morti tutti. Soltanto Lello era ancora in vita.

Allo stato attuale quanti sono i sopravvissuti ancora in vita in Italia?

Sono molto pochi. A Roma, di romani, sono soltanto due, deportati dopo il 16 ottobre, nella primavera del 1944. In tutta Italia sono veramente pochissimi, si contano sulle dita delle due mani, non sono di più.
Ci sono 3 rodioti ancora in vita, cioè 3 italiani che abitavano a Rodi e che oggi vivono in Italia e hanno appunto la nazionalità italiana. La loro deportazione appartiene alla deportazione degli ebrei dal territorio italiano, non dalla penisola. C’è ancora qualcuno che non è stato deportato ad Auschwitz perché ritenuto ebreo misto, come Gilberto Salmoni ad esempio. Purtroppo siamo proprio alla fine.

Questo cosa implica per la trasmissione della memoria? Molti di loro hanno passato il resto loro vita a raccontare quello che è successo, abbiamo numerose testimonianze che hanno permesso alla memoria di essere mantenuta, però tra poco loro non ci saranno più. Questo per la memoria cosa significherà?

Si pongono dei problemi. Prima di tutto bisogna dire che la memoria dei sopravvissuti italiani è raccolta al Centro di Documentazione Ebraica di Milano, perché ben prima di Spielberg, abbiamo raccolto le loro testimonianze quando hanno incominciato a parlare, ovvero solo a partire dagli inizi degli anni ’90, non prima. Prima per vari fattori non è stato possibile. La maggior parte di loro ha parlato una sola volta con noi e poi non ha più parlato. A noi sembrano tanti perchè ci sono dei personaggi, anche famosi – il più famoso rimane la senatrice Liliana Segre – che ci stimolano ogni giorno e ogni volta che si rivolgono agli italiani e non solo. Per questo abbiamo la percezione che che la presenza dei sopravvissuti sia forte, ma non è così. Il fatto che non ci siano più e il fatto che gli ultimi facciano anche fatica a parlare – dei poco più di 10 che rimangono in Italia quelli che parlano sono due o tre, non di più ormai – vuol dire che noi dobbiamo cambiare sistema, vuol dire che noi non possiamo più basarci sull’aiuto di questi sopravvissuti. Anche se, devo dire, tre fanno ancora i viaggi della memoria: sono le sorelle Bucci, che erano delle bambine, e Sami Modiano. Ora non possiamo più utilizzare la voce viva del sopravvissuto. Noi non siamo dei testimoni, noi siamo altro. Non è vero che chi ascolta un sopravvissuto diventa un testimone, come spesso si dice. Noi siamo un’altra cosa e quindi dobbiamo utilizzare altri sistemi. Noi che facciamo gli storici dobbiamo continuare a fare gli storici ancora di più, dobbiamo utilizzare certamente le testimonianze che loro ci hanno lasciato, ma dobbiamo contestualizzarle. Sempre. Dobbiamo rifarci e rimanere aderenti alla Storia, e non alla memoria. Loro rappresentavano la memoria, ma noi non siamo loro.

Quindi da adesso il testimone passa agli storici?

Che non devono essere testimoni. È questa la cosa che sembra una contraddizione. Gli storici vanno avanti a fare gli storici, gli insegnanti fanno gli insegnanti e quindi bisognerà integrare vari modi di trasmissione che siano radicati proprio sugli eventi storici – e oggi è possibile perché la Storia ha fatto dei passi giganteschi – grazie anche ai sopravvissuti. Io ho lavorato per una vita con i documenti nazisti e con le voci dei sopravvissuti parallelamente, e anche Liliana Picciotto ha fatto così, come anche altri storici nel resto dell’Europa.
Oggi dobbiamo fare bene il nostro lavoro e non metterci al posto dei sopravvissuti. Questo è un rischio che non dobbiamo correre, anche perché risulteremmo non credibili. Certo, la loro testimonianza è preziosa, è quella che certe volte veicolerà l’attenzione e la sensibilità dei giovani, soprattutto, sul tema. Però sarà un’altra cosa: il mondo senza i sopravvissuti è un altro.

Quelli che stiamo attraversando sono tempi cupi. Secondo lei sarà sufficiente il lavoro sulla memoria una volta che sopravvissuti non ci saranno più?

Assolutamente no. Io sono molto pessimista. Spesso ho chiesto ai sopravvissuti qual è stato il loro momento peggiore dopo essere usciti da Auschwitz e una volta Goti Herskovits Bauer, che abita a Milano ed è ancora una donna fantastica sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz, ha detto tranquillamente “il trauma peggiora dopo è stato quando ho saputo cosa ha fatto Pol Pot“. Quanti altri Pol Pot abbiamo sopportato noi dopo la fine della Shoah? Abbiamo sopportato una guerra spaventosa nella ex Jugoslavia, abbiamo supportato di tutto. La storia ci fa vedere le cose, ma non è che poi l’uomo ne trae una condotta positiva. È il fallimento di quello che veniva chiamato l’intellettualismo socratico, quando Socrate diceva che quando uno conosce il bene non può non farlo. Non è vero, quando uno conosce il bene può fare ancora e continuare a fare il male.

Ho l’impressione che i sopravvissuti abbiano la sua stessa consapevolezza. Per loro immagino che sia una ferita impossibile da rimarginare.

Sì, anche l’altro giorno Liliana Segre ha detto che lei è abbastanza pessimista. Lei è pessimista, giustamente, perché crede che nessuno in futuro ascolterà più la voce dei sopravvissuti. Non è quello il problema, il problema è che anche ascoltandola, la gente comunque farà in un altro modo. Il loro insegnamento forse non servirà, perché forse nessun tipo di insegnamento servirà. La Storia è sempre uguale a se stessa da un certo punto di vista e questo è drammatico. Pensi a noi che abbiamo vissuto nella Shoah come storici e poi ci troviamo di fronte a migranti che vengono ributtati in mare. La Storia ci ha insegnato qualcosa?

Lello Di Segni
Foto dalla pagina FB della Fondazione Museo della Shoah – Onlus https://www.facebook.com/Fondazione-Museo-della-Shoah-Onlus-298127273579047/

RIASCOLTA L’INTERVISTA

intervista Marcello Pezzetti

  • Autore articolo
    Michele Migone
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 24/01 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 24-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 24/01 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 24-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 24/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 24/01/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di venerdì 24/01/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 24-01-2025

  • PlayStop

    Il voto in Bielorussia e l'appello di attivisti e dissidenti

    Domenica si vota in Bielorussia. Sono elezioni considerate una farsa dalla stragrande della comunità internazionale e non ci si aspetta grandi sorprese. Attivisti e dissidenti hanno chiesto di non riconoscere il risultato, ma quest’anno a differenza del 2020, nel paese probabilmente non ci saranno nemmeno manifestazioni di dissenso. Noi ne abbiamo parlato con Ekaterina Ziuziuk, portavoce del gruppo Bielorussi in Italia e siamo partiti con il chiederle chi sono gli altri 4 candidati. Questa la sua risposta.

    Clip - 24-01-2025

  • PlayStop

    Esteri di venerdì 24/01/2025

    1) Le big tech nella guerra. Dal 7 ottobre, le grandi aziende tecnologiche statunitensi come Microsoft, google e Amazon hanno rafforzato i loro legami con l’esercito israeliano. (Marco Schiaffino) 2) Libano, Israele non si ritirerà entro domenica come prevedeva l’accordo. Netanyahu annuncia che l’esercito ha bisogno di più tempo. A rischio la tregua. (Mauro Pompili, giornalista freelance) 3) Stati Uniti. A Washington la marcia degli antiabortisti rinvigorita dall’elezione di Donald Trump, che ha graziato 23 attivisti pro life. (Marina Catucci) 4) Gli ex Visegrad alla corte del Tyccon. Dall’Ungheria alla Slovacchia, l’Europa dell’est festeggia il nuovo presidente degli stati uniti. (Massimo Congiu) 5) Elezioni in Bielorussia. Una farsa che si ripete ogni 5 anni mentre la repressione del dissenso è sempre più violenta. (Ekaterina ZiuZiuk - Bielorussi in Italia) 6) Verso il voto in Germania. Da lunedì su radio popolare arriva il podcast “Aleksanderplatz”: società, politica ed economia tedesca a 360 gradi (Alessandro Ricci, Mauro Meggiolaro) 7) Mondialità. Nuove e vecchie alleanze in movimento. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 24-01-2025

  • PlayStop

    La Comunità ebraica di Milano non parteciperà al Giorno della Memoria

    La Comunità ebraica di Milano ha detto che non parteciperà all’incontro con gli studenti organizzato per il Giorno della Memoria a palazzo Marino. L’iniziativa, organizzata dall'Associazione nazionale ex deportati e dall’Anpi fin da prima dell’istituzione della data del 27 gennaio, quest’anno, a 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, vedrà l’assenza della Comunità ebraica. “Non abbiamo nessun dissidio con il Comune di Milano e con l'Aned, ma non possiamo accettare di avere a che fare con l'Anpi che usa il termine genocidio per definire quanto accade a Gaza”, ha spiegato il presidente della comunità Walker Meghnagi. Il direttore del Museo della Brigata ebraica, Davide Romano, ha parlato di “clima antisemita”. "Accusarci di antisemitismo è ridicolo”, ha risposto il presidente dell’Anpi milanese Primo Minelli. Sulla decisione della Comunità ebraica di Milano, abbiamo sentito l’opinione di Emanuele Fiano, in passato presidente della comunità.

    Clip - 24-01-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 24/01/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 24-01-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di venerdì 24/01/2025

    I libri come strumento di scoperta del corpo presso LATO D, i cerchi di supporto psicologico di Tanamù, zona Dergano; le iniziative di Semi di Pace a Vizzolo Predabissi e l'evento VIVA PALESTINA del 15 febbraio al Leoncavallo. Infine, l'antologia rivolta agli Under25 lanciata da Accento Edizioni con Matteo B. Bianchi. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontarci una storia, scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 24-01-2025

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Giua e Riccardo Tesi

    Amici da oltre vent'anni in cui spesso hanno collaborato, sia partecipando ai reciproci dischi sia scrivendo canzoni a quattro mani, ora Riccardo e Giua presentano il loro concerto in duo, in cui fondono i loro percorsi artistici, differenti ma anche molto affini: quello della musica popolare e strumentale di Riccardo Tesi, uno degli artisti di punta del folk italiano ed europeo, tra i musicisti più autorevoli della scena world internazionale , e quello della canzone d'autore e popolare di Maria Pierantoni Giua, interprete e autrice di grandissimo talento, dalla voce 'graffiata' intensa e suadente nonché chitarrista dotata e raffinata. Nel giorno del loro concerto a La Scighera di Milano, Giua e Riccardo Tesi sono passati a Jack per una chiacchierata con Matteo Villaci e qualche brano dal vivo in arrivo da Retablos Live, il loro album disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali e i formato fisico su Bandcamp.

    Clip - 24-01-2025

  • PlayStop

    Palazzo Dugnani sarà messo all'asta dal comune di Milano

    La Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee di indirizzo per la valorizzazione, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, di Palazzo Dugnani, il complesso monumentale che conserva al suo interno anche affreschi e decorazioni del Tiepolo, di Ferdinando Porta e della scuola Veneta del XVIII secolo. La destinazione d'uso principale dell'immobile, situato all'interno dei Giardini Pubblici Indro Montanelli, sarà quella di polo scientifico culturale focalizzato sui temi ambientali come la biodiversità, l’economia circolare, la sostenibilità, e/o quella di museo dei media, delle immagini e dei loro impatti sulle arti visive, sulla scienza, sulla moda, sul design. Ira Rubini ne ha parlato oggi a Cult con Tiziana Ricci e Fulvio Irace, architetto e storico dell'architettura, Politecnico di Milano / IULM.

    Clip - 24-01-2025

  • PlayStop

    Playground di venerdì 24/01/2025

    Festeggiamo 3 dischi usciti oggi nel 2005, quindi 20 anni fa. Celebriamo John Belushi nel giorno della sua nascita.

    Playground - 24-01-2025

  • PlayStop

    Jack di venerdì 24/01/2025

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 24-01-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di venerdì 24/01/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 24-01-2025

Adesso in diretta