Era il 18 settembre del 1938 quando Benito Mussolini, in piazza Unità d’Italia a Trieste, annunciava la promulgazione delle leggi razziali fasciste, circa 180 provvedimenti amministrativi e legislativi contro gli ebrei che diedero il via alla persecuzione anche in Italia.
Quando Mussolini prende la parola a piazza Unità d’Italia, noi pensiamo a un discorso che va diretto alla Nazione e che parla di un solo problema. Ma dobbiamo anche pensare che quel discorso sta dentro a una serie di discorsi che Mussolini tiene in quei quindici giorni circa, tra il 15 settembre e il 30 settembre 1938.
In quei 15 giorni Mussolini di fatto costruisce lo scenario della Seconda Guerra Mondiale. Lo costruisce perchè nel frattempo costruisce da una parte il meccanismo del razzismo e dall’altra, insieme ad Adolf Hitler, la possibilità dell’ingrandimento dell’intero sistema di occupazione nazista e fascista in Europa, che si sblocca il 30 settembre del 1938 a Monaco, quando i due si accordano sui territori della Cecoslovacchia.
Noi 80 anni dopo ci ricordiamo solamente di alcune affermazioni fatte in quella piazza che riguardavano il sistema giuridico italiano e riguardavano il fatto che un pezzo di popolazione veniva esclusa, ma dobbiamo sapere che quelle frasi si trovano dentro a una logica politica e a una costruzione di scenario di futuro che aveva in sé l’ipotesi della guerra.
Ricordarlo 80 anni dopo vuol dire avere uno sguardo non su dei pezzi di una frase in particolare, ma tenere a mente lo scenario: lo scenario nel 1938 era la distruzione dell’Europa.