L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Si va verso il rinvio a giudizio dei tre vigili urbani di Torino e lo psichiatra che prelevarono Andrea Soldi dalla panchina su cui era seduto il 5 agosto del 2015 per un trattamento sanitario obbligatorio.
“Dalle indagini della Procura emergono conferme a quello che sapevamo ma anche un’importante novità“, ha spiegato a Radio Popolare l’avvocato della famiglia, Giovanni Maria Soldi. “Dopo un primo rifiuto a essere prelevato, di fronte alla richiesta di un secondo psichiatra, quel giorno Andrea ha acconsentito ad andare volontariamente e con i propri piedi in una struttura. Ciò rende evidente che la procedura di contenzione fisica violenta che invece è stata effettuata su di lui non era né necessaria, né urgente“.
La sorella di Andrea, Maria Cristina, ha accolto con sollievo la chiusura delle indagini: “Aspettavamo con ansia questo momento. Confidavamo molto sul pm Guariniello, una persona che ammiriamo molto. Ovviamente per noi è dolore su dolore, perché sapere in maniera molto più concreta quello che è avvenuto fa ancora più male. Fa male la sofferenza che ha provato Andrea e che non avrebbe dovuto provare. Ma il processo è un primo passo“.
“Da qui in avanti si dovrà ancora lavorare molto nelle udienze”, secondo l’avvocato Soldi. “Aspettiamoci sorprese dalla difesa, cercheranno di smontare le tesi della Procura, ci sarà un contradditorio vero e proprio”.
La famiglia confida nella giustizia ma non sarà sufficiente una sentenza di condanna per chi ha provocato la morte di Andrea: “Chiediamo ancora una volta che cambino per sempre le procedure del Tso. Ricordiamoci che dietro al ricovero forzato ci sono delle persone. E in Italia sinora non si è fatto nulla per evitare il ripetersi di casi come quello di Andrea”.
Ascolta qui l’intervista integrale a Maria Cristina Soldi e all’avvocato Giovanni Maria Soldi