Domenica 9 settembre torna al voto il Paese governato dal centrosinistra, culla del welfare nordico e della tolleranza, che sono proprio i due temi che stanno portando alla ribalta il partito dei Democratici Svedesi, quotato dagli ultimi sondaggi al 25%.
Il partito dei Democratici Svedesi è nato dalle ceneri dell’estrema destra e il suo slogan potrebbe anche essere “prima gli Svedesi“. Ce ne parla il regista italo-svedese Erik Gandini, autore di “Videocracy” e di “La teoria svedese dell’amore“. L’intervista di Claudio Jampaglia a Giorni Migliori.
I democratici svedesi si sono riappropriati un concetto di democrazia di cui non si possono appropriare. Il loro nome è proprio Democratici Svedesi, SD. Il grande problema è che forse nessuno vuole collaborare con loro. Siamo passati da una realtà, esistita per tanti anni, di due blocchi: sinistra e destra, i social-democratici a sinistra e i moderati a destra, mentre ora dovremmo avere a che fare con tre blocchi. Questo partito populista è passato dal 5,7% delle elezioni del 2010 al 12.9% delle elezioni del 2014. Forse arriveranno oltre il 20% stavolta. Loro hanno una retorica molto mite, perchè devono fare i conti con un retaggio svedese di grande umanismo. C’è questo senso di responsabilità che nemmeno altri Paesi della Scandinavia hanno.
È sull’immigrazione che si è giocata gran parte della partita.
Sì, il flusso grandissimo del 2015, con 160mila profughi, è stato una cosa che ha sconvolto il Paese e che questo partito ha sfruttato al massimo, ma senza una retorica aggressiva. Non si parla di ruspe e campi rom, ma più un “vogliamo davvero aiutarli a casa loro“. Il leader di questo partito è molto attento ad escludere o cacciare via i suoi colleghi appena fanno dichiarazioni più o meno razziste. È vero che questi hanno un retaggio dei movimenti neonazisti degli anni ’80, ma molte delle persone che i Democratici Svedesi sono riusciti a coinvolgere sono spesso uomini senza lavoro o precari, tutta quella fetta di popolazione che è stata vittima dello smantellamento del welfare state svedese. E i Democratici Svedesi vogliono far riappropriare il cittadino svedese di una ricchezza perduta, senza far riferimento alla divisione ingiusta di ricchezza che c’è stata. La sinistra non ha avuto forse la capacità di fare questo discorso, perchè è più facile far passare il messaggio che è il migrante ad averti rubato i soldi. In un certo senso si sono riappropriati di un senso di welfare state di difendere il cittadino, però soltanto il cittadino svedese.
RIASCOLTA L’INTERVISTA