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Lo smog soffoca la Lombardia

La Lombardia si conferma una camera a gas. E da oltre venti anni non ci sono provvedimenti adeguati. Nel 2015 la concentrazione delle polveri sottili ha già superato per 85 volte i limiti consentiti. Lo rivela Arpa Lombardia, sottolineando come l’inquinamento sia un’emergenza anche nell’area tra Monza, Como e Varese, dove i giorni di sforamento sono bene 92.

Altrettanto sconfortanti le medie annue, ben oltre il massimo tollerabile: il valore medio del 2014 si è attestato a 34, prima ancora della conclusione dell’anno le tre centraline di di via Pascal, via Verziere e via Senato nel 2015 fanno già registrare quota 39. Il fatto è che la punta più acuta dell’inquinamento è fra la fine gennaio e i primi di febbraio e che quindi la situazione potrebbe anciora peggiorare. Mentre le previsioni meteorologiche dicono che almeno fino alla fine dell’anno non ci dovrebbero essere cambiamenti significativi e le perturbazioni che smuovono l’aria e abbassano la concentrazione di inquinanti sono lontane.

Da vent’anni gli amministratori fanno finta di prendere provvedimenti, come se le migliaia di persone che perdono la vita per complicazioni legate all’inquinamento non fossero un problema. Cabine di regia, convegni, congressi: non hanno portato a nulla. Nemmeno le relazioni di pneumologi che continuano a mettere in guardia sugli effetti di questo inquinamento che influisce sulla salute e sullo sviluppo dei bambini e che crea complicazioni respiratorie agli anziani.

E in tutto questo Regione Lombardia – incaricata a definire le modalità di intervento – non vuole prendere provvedimenti che possano limitare la circolazione delle auto, una delle principali cause dello smog. Nemmeno parziali, come il blocco dei motori diesel che producono micropolveri 32 volte di più dei motori benzina. Per non parlare di blocchi domenicali che dovrebbero essere realizzati per tutta la Lombardia, visto che l’aria non rispetta i confini comunali.

Se si fa qualcosa, sono solo palliativi che lasciano tutto immutato. Anche quelle piccole limitazioni delle auto inquinanti non vengono sottoposte ad adeguati controlli. Inoltre il clima natalizio peggiora le cose perchè il traffico automobilistico aumenta del 20-30 per cento. E i timori per i consumi degli italiani – con la ripresa ancora lontana – spingono a non bloccare il traffico per evitare che si rallentino le vendite. Il risultato finale è che tutti gli anni l’inquinamento sale e i provvedimenti varati sono sempre meno efficaci.

  • Autore articolo
    Michele Crosti
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    «L’avanzata delle mafie al nord». Pubblica oggi ha trasmesso la sintesi di un incontro del ciclo di “Lezioni antimafia” che si è svolto ieri al Municipio 3 di Milano. Erano presenti la presidente del municipio Caterina Antola, Giuseppe Teri della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”. Nando dalla Chiesa, sociologo, docente universitario, presidente della società scientifica di studi antimafia SISMA: «C’è un livello di presenza della ‘ndrangheta a Milano – ha detto - che impressiona». All’incontro ha partecipato anche Alessandra Cerreti, magistrata, procuratrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano. «Milano è centrale per la mafia. Si offrono servizi mafiosi. Qui a Milano – ha raccontato la procuratrice – sono arrivate tutte e tre le mafie, si sono dovute adattare a non farsi la guerra. Qui si fanno affari, profitto, business: c’è la possibilità di riciclare fiumi di denaro».

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    Quinta lezione del nono ciclo di incontri ideato dalla Scuola di formazione “Antonino Caponnetto” e realizzato insieme a Radio Popolare. Il 7 aprile 2025, ospiti del Municipio 3 di Milano, si è svolto un incontro sull’avanzata delle mafie nelle regioni del nord Italia. L’incontro è stato introdotto da Giuseppe Teri, vice-presidente della Scuola Caponnetto e dalla presidente del Municipio 3 Caterina Antola. Ospiti la magistrata della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Cerreti, sotto scorta da alcuni mesi (insieme al procuratore capo milanese Marcello Viola). Entrambi, Cerreti e Viola, sono stati minacciati dopo gli sviluppi dell’inchiesta “Hydra” sulla cosiddetta “alleanza” tra ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra in Lombardia. All’incontro è intervenuto anche Nando dalla Chiesa, sociologo, presidente della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”, studioso da anni della colonizzazione delle mafie nelle regioni del nord Italia.

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