“Ho preso solo un impegno: continuare a rompere le scatole sul conflitto di interessi, sulla legge Gasparri, sulle querele temerarie. E farlo insieme a Radio Popolare, che in questi anni è stata una colonna sonora costante di tutte le mie battaglie con Articolo 21”. Sono le prime dichiarazioni di Beppe Giulietti da segretario della Federazione nazionale stampa italiana, il sindacato dei giornalisti.
Romano, classe ’53, Giulietti è il fondatore di Articolo21, l’associazione nata nel 2002 per proteggere la libertà di stampa in Italia. Prima di quest’esperienza, Giulietti è stato un giornalista Rai dal 1979 (come praticante) per una decina di anni. Qui ha iniziato la carriera sindacale, all’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Radio televisione italiana. È stato parlamentare nel Gruppo misto (dopo l’uscita da Italia dei Valori) fino al 2013, nonché membro della Commissione cultura della Camera dei Deputati.
La segreteria di Giulietti si preannuncia agguerrita: “Non sopporto quei compagni che ululavano quando c’era Berlusconi e ora invece fanno finta di niente: non andava bene prima e continua a non andare bene adesso”. Il riferimento è all’ultima lottizzazione Rai perpetrata dal Governo Renzi, nonostante il premier-segretario avesse promesso di mettere all’indice la Legge Gasparri e i suoi principi. “La premessa era ottima, i risultati un po’ meno”, commenta Giulietti.
Ascolta l’intervista integrale a cura di Raffaele Liguori