Chiusi della Verna, Arezzo, meno di tremila anime. Di queste, 160 famiglie sono turbate dalle obbligazioni secondarie made in Banca Etruria. L’istituto di credito è sempre stato l’unico nell’agglomerato di case alle pendici del monte Penna, dove sorge il santuario della Verna. In tanti, forse, si stsnno rivolgendo a San Francesco in queste ore.
“Qui il direttore della banca era come il sindaco, come il prete, come il medico di paese. Ci si fidava”, racconta ai microfoni di Radio Popolare Giampaolo Tellini. “Anche il Comune ha conti corrente nella banca. Porterò anche il nostro avvocato per capire come assistere i miei cittadini nel processo”, aggiunge il primo cittadino.
Il danno economico all’economia locale si stima intorno al milione e mezzo di euro. Gli obbligazionisti avevano impegnato ciascuno tra i 10 e gli 80 mila euro ciascuno. L’età media di chi è coinvolto è alta, i giovani pochi. Nessuno avrà più fiducia nei responsabili della banca. Il 18 dicembre alle 21 nella sala del Consiglio comunale a Chiusi della Verna si terrà un incontro per chiarire la situazione di chi ha messo i suoi risparmi in Banca Etruria.
Intanto l‘inchiesta sull’istituto di credito toscano prosegue. L’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e l’ex consigliere di amministrazione Luciano Nataloni sono stati iscritti neol registro degli indagati. Capo d’imputazione: conflitto di interessi, che apre così il terzo filone di indagine dopo quello relativo alle false fatturazioni e quello di ostacolo alla vigilanza. Il 27 dicembre i risparmiatori truffati dalle quattro banche salvate dal governo scenderanno di nuovo in piazza con il movimento “Vittime del salva banche”.
Ascolta l’intervista al sindaco Giampaolo Tellini a cura di Massimo Alberti