Approfondimenti

“L’Italia deve aprire due nuovi hotspot”

L’Italia non sta facendo abbastanza per gestire i flussi migratori. Lo scrive la Commissione europea nel rapporto sull’Italia in uscita il 15 dicembre, anticipato dall’agenzia Ansa. Il programma per la gestione degli hotspot, i centri di smistamento dei migranti imposto con la nuova Agenda sull’immigrazione di Bruxelles, non funziona come dovrebbe.

“Nonostante le sollecitazioni – scrive la Commissione europea –solo uno dei sei hotspot designati è pienamente operativo, a Lampedusa. La Commissione si aspetta che altri due centri, Pozzallo e Porto Empedocle siano aperti a giorni”. Nel testo la Commissione giustifica l’uso della forza per poter prendere le impronte digitali dei migranti. È la prima volta che lo si mette nero su bianco in un testo ufficiale europeo.

La Commissione Ue dal 10 dicembre ha aperto anche una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Di nuovo, il motivo è legato al sistema di gestione degli immigrati. Secondo Bruxelles l’Italia non rispetta il regolamento Eurodac, l’insieme di norme per il fotosegnalamento di chi entra nei confini europei. Una vecchia disputa questa tra Ue e Italia: fin dal 2014 la Commissione ha accusato le autorità italiane di chiudere un occhio ed evitare di prendere le impronte dei migranti, favorendo in pratica la fuga nel Nord Europa.

Da allora sono seguite diverse circolari interne del Ministero dell’Interno che hanno imposto un giro di vite nei controlli. Circostanza che si è sempre verificata solo a tratti. “Dopo due mesi non si è risposto in modo efficace alle preoccupazioni», si spiega in una nota, e per questol’esecutivo comunitario ha deciso di inviare la lettera di messa in mora non solo all’Italia, ma anche a Grecia e Croazia.

Ora però anche per la Germania, meta principale per la disperata epopea dei migrati, la misura è colma. Dopo l’apertura in settembre, spinta dall’onda emotiva suscitata dalla foto del cadavere sulle sponde turche di Bodrum del piccolo Aylan Kurdi, la cancelliera Angela Merkel aveva dichiarato che Berlino avrebbe accolto 800 mila persone. Ma si è conquistata inimicizie all’interno del partito. Così al Congresso del suo partito, la CDU, in corso a Karlsruhe, ha dichiarato di voler “ridurre notevolmente l’ingresso dei migranti”.

“Persino un grande Paese come la Germania – ha detto – nel lungo tempo non può reggere lo sforzo di unnumero di rifugiati bcosì alto”. Berlino ha comunque deciso di reintrodurre il Trattato di Schengen, dopo averlo sospeso in quest’ultimo mese proprio a causa della pressione migratoria. Finora il 2015 è l’anno record per gli ingressi in Germania: 965 mila da gennaio.

Se Berlino è in sofferenza, ad Atene la situazione è ancora peggiore. Anche la Grecia dovrebbe introdurre il sistema degli hotspot. Con risultati ancora peggiori dell’Italia: nemmeno un centro è stato aperto e finora gli unici effetti percepiti sono l’aumento dei respingimenti e dei fotosegnalamenti forzosi.

  • Autore articolo
    Lorenzo Bagnoli
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 22/04 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-04-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 22/04 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 22-04-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 22/04/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-04-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 22/04/2025 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-04-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 22/04/2025

    Il populismo d’Argentina. E’ quello che ha caratterizzato Jorge Maria Bergoglio durante i suoi dodici anni di pontificato. Scrive oggi sul quotidiano Domani, Nadia Urbinati, teorica della politica alla Columbia University di New York. «Figlio d’Argentina, culla del populismo, la retorica che taglia in due fatti e concetti, che arriva diritta alle emozioni, che non fa sconti perché il giusto e lo sbagliato devono stare o di qua o di là. Il populismo argentino fu social-nazionale in politica e conservatore nei valori. Così papa Francesco, che non ha avuto difficoltà a essere populista progressista nelle questioni sociali e conservatore in quelle morali, del resto coerenti ai principi della Chiesa di Roma». Bergoglio ha saputo tenere insieme lingue diverse. E non è detto che sia stata sempre una virtù. Papa Francesco ha tenuto insieme la lingua della Laudato Si’, che denuncia le ingiustizie contro l’ambiente, gli umani, che tiene insieme la crisi sociale e ambientale. Bergoglio ha tenuto insieme questa lingua con una lingua violentemente anti-abortista. Diceva nel settembre 2024: «un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano», e «i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari». Pubblica ha ospitato Rosa Fioravante, ricercatrice e docente di etica aziendale e delle organizzazioni; e Enrica Morlicchio, sociologa del lavoro, docente all’università Federico II di Napoli.

    Pubblica - 22-04-2025

  • PlayStop

    A come Aprile di martedì 22/04/2025

    Nella puntata di A come Aprile del 22 aprile, a cura di Alessandro Braga, abbiamo ospitato Lorenza Ghidini, che ci ha parlato delle iniziative di Radio Popolare in vista dell’80esimo anniversario della Liberazione. Abbiamo proposto l’intervista a Giorgio Ferrari Bravo, che aveva dieci anni nel 1945 ed era a Milano il giorno della Liberazione. Infine Marcello Lorrai ci ha raccontato la storia del musicista Alberto Rabagliati.

    A come Aprile - 22-04-2025

  • PlayStop

    FABIO POLETTI E CRISTINA GIUDICI - VITA E LIBERTA' CONTRO IL FONDAMENTALISMO

    FABIO POLETTI E CRISTINA GIUDICI - VITA E LIBERTA' CONTRO IL FONDAMENTALISMO - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 22-04-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di martedì 22/04/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 22-04-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di martedì 22/04/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 22-04-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di martedì 22/04/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 22-04-2025

Adesso in diretta