Quando Marine Le Pen ha commentato il successo del Fronte Nazionale al primo turno delle Regionali francesi (poi le cose, come sapete, sono andate in altro modo) tra le varie cose ha detto:”Il mio partito vince perché dà voce a chi non ha voce”.
Dove l’ho già sentita questa? Escludiamo che la leader dell’estrema destra francese conosca la Dichiarazione d’Intenti di Radio Popolare, ma la frase è proprio la stessa: dare voce a chi non ha voce. Coincidenza interessante.
Che complica, e quindi rende più avvincente, la sfida lanciata tanto tempo fa da chi fondò la radio e che, con quella frase come bussola, ha costruito un modo di fare informazione che guarda le cose in faccia.
Non si tratta certo di prendersela con Marine Le Pen per lo “scippo”. I motivi per avercela con lei, nel caso, sono altri. Penso che Radio Popolare continui a dare voce a chi non ce l’ha e che anche il Fronte Nazionale francese, a suo modo, lo faccia.
E quindi, dove sta la differenza? E dove la sfida? Alla fine, nonostante le reali o presunte modernità dei nostri tempi, credo che i modi di interpretare la realtà, di intervenire su di essa, restino fondamentalmente due: partecipazione o comando.
Radio Popolare ha scelto il primo, gli altri chissà… E scusate se vi ho paragonato al Fronte Nazionale, l’ho fatto a fin di bene.