La proposta di Marcello Foa come Presidente della Rai, fatta dal Ministero dell’Economia col supporto di Lega e Movimento 5 Stelle, è stata accolta da dure critiche da parte dell’opposizione. Da un lato ci sono il Partito Democratico e Liberi e Uguali che si oppongono a Foa per le sue posizioni sovranità e anti-euro e per gli attacchi a Sergio Mattarella, dall’altro c’è Forza Italia, che si oppone per altri motivi.
A spiegarci quali sono queste ragioni ci ha pensato Giorgio Mulè, portavoce unico di Forza Italia, già direttore di Panorama e di Studio Aperto, nonché membro della Commissione Vigilanza della Rai, intervistato oggi da Claudio Jampaglia a Giorni Migliori.
Perché Marcello Foa non è votabile?
Non è un discorso sulla persona, c’è un discorso politico di metodo che presuppone che se il governo intende proporre un candidato alla vigilanza, dovendo questo candidando prendere i due terzi della vigilanza Rai – quindi deve necessariamente fare appello alle forze di opposizione – a nostro giudizio è giusto e doveroso che la figura, prima ancora del nome di questo candidato, deve essere di garanzia – deve cioè garantire tutte le forze presenti in Parlamento – sia condiviso con le altre forze di opposizione. Non è solo un problema di Forza Italia, il problema giustamente l’hanno posto anche LeU e il PD, per motivi diversi. Il metodo è stato sbagliato, qui non c’era nulla da spartire, non c’era nulla da prendere, non c’era un voto in cambio di qualcosa: c’era una percorso da condividere che si sarebbe fermato dopo aver individuato il Presidente della Rai. Questo percorso non è stato utilizzato né da M5S né dalla Lega. Sulla Lega c’è un’aggravante di tipo politico che risiede nel fatto che Forza Italia è alleata con la Lega e da un alleato ti aspetti che faccia l’alleato. Essendo essenziali i 7 voti di Forza Italia all’interno della vigilanza, ti aspetti che il tuo alleato condivida l’identikit e il percorso da fare. Questo non è accaduto ed è per questo che il candidato non può essere votato.
Che cosa dobbiamo immaginare dei rapporti tra Forza Italia e Lega da oggi in avanti?
Il discorso è stato messo su un piano che è veramente sbagliato da un punto di vista politico. Quando leggo sui giornali ricostruzioni che fanno dire al segretario della Lega e vicepremier Salvini “se non votate Foa siete fuori dall’alleanza di centrodestra“, a me sembra davvero una forma al limite del ricatto. Cosa c’entra Foa con la giunta lombarda, con quella veneta, con quella ligure, con quella molisana, con quella friulana. Cosa c’entra Foa con le centinaia di comuni che noi governiamo insieme? Su Foa c’è un errore evidente da parte della Lega: alzare il prezzo e porre immediatamente un sì o un no mi sembra che davvero faccia perdere di vista l’obiettivo. So come si fanno i giornali – li abbiamo fatti e li facciamo – e certamente i giornalisti non hanno inventato nulla, di questo ne sono sicuro, ma sono certo che magari alcuni toni che sono stati fatti trapelare appositamente dai bravissimi comunicatori della Lega si possono smorzare. Una volta che il famoso telefono rosso si attiva, se si attiva…
Però non si è attivato…
No, a meno che non sia successo stanotte, ma ne dubito.
Lei il Presidente in questi giorni lo sente spesso?
Ci siamo visti e sentiti, certo. È necessario.
Non sembra un po’ una partita a poker? Non avete qualche consiglio da dare a Salvini? O questo governo non dura o tirare la corda tutti i giorni forse non è così utile.
I consigli noi li stiamo dando da quando, il 2 giugno, questo governo ha giurato. Lo abbiamo detto a Salvini e lo ripetiamo ogni giorni: questo contratto di governo vi vincola ad un’alleanza contro natura che non rispetta nessuna delle due storie. A Salvini diciamo quotidianamente dove sta sbagliando. Gli errori glieli stiamo dicendo giorno per giorno. Chi dice e chi afferma che Forza Italia non fa opposizione non ha seguito in maniera evidente il dibattito politico all’interno delle aule parlamentari, dove con l’unico straccetto che ci hanno portato, il decreto sul Palazzo di Giustizia di Bari, palesemente incostituzionale, abbiamo cercato di dire in tutti i modi e tutte le maniere gli errori che stavano facendo. Ancora di più sul decreto terremoto, ereditato dal precedente governo, dove abbiamo fatto una battaglia parlamentare in cui, in maniera abbastanza insolita visto l’argomento di cui si parlava. Io ho assistito a un atteggiamento della Lega e del Governo francamente inaccettabile nel rifiutare tutti gli emendamenti migliorativi di un testo senza spesa – parliamo di bambini, delle scuole, di cose normali.
Quindi non c’è dialogo da tempo
No, il dialogo c’è anche, per carità. Lo capisco e lo rispetto. Il dialogo c’è, bisogna essere disposti ad ascoltare. Noi non diciamo di avere la verità rivelata, ma non accettiamo che ci siano dei cosiddetti diktat per cui ci si dice “O voti Foa o ti butti dalla finestra“. Ripeto, non credo che questo sia stato detto.