Se vogliamo una chiave per interpretare questa ipertrofia di sparate salviniane, e questo controcanto dei grillini che disperatamente gli contendono il palcoscenico, dobbiamo segnarci un nome e tenere d’occhio le sue dichiarazioni: Giovanni Tria.
È vero che sembra che il governo sia solo Salvini, più Toninelli e Di Maio di contorno, ma Giovanni Tria è il ministro dell’Economia. E’ da lui che passano le decisioni strategiche. E cosa ha detto Tria oggi? Ha detto che tutte le misure che verranno approvate nel 2018 dovranno essere a costo zero, che è intenzione del governo non sforare dal rapporto deficit-Pil dello 0,3 per cento e che lui con i commissari Ue all’Eurogruppo non ha mai discusso di un allentamento dei margini perché è intenzione del governo rimanere nei margini. E ha aggiunto che Di Maio non gli ha mai parlato del reddito di cittadinanza. Quindi, le chiacchiere leghiste e grilline stanno a zero.
La linea del governo è questa. Non a caso Tria, vicino a Forza Italia, già direttore della scuola dei dirigenti della pubblica amministrazione quindi uomo delle Istituzioni, pura espressione del famigerato ‘establishment’ attaccato sia dalla propaganda leghista che da quella grillina, è stato imposto al ministero dell’economia e finanze dal capo dello Stato.
Lo raccontavamo nelle settimane in cui a fatica si è formata questa maggioranza. Lo psicodramma del fallimento del primo tentativo del governo Conte, quello con Savona ministro dell’economia, e la successiva soluzione si spiega col fatto che Mattarella ha blindato i ministeri chiave, dagli esteri all’economia, per garantire una continuità che altrimenti sarebbe stata messa in forte discussione. Si spiega anche così, oltre che con l’attitudine alla propaganda permanente, il continuo urlare dei leader di Lega e 5 Stelle, il continuo alzare la posta.
Si deve coprire una impotenza di fatto, rispetto ai temi con cui hanno vinto le elezioni. Il solo risultato di questo esecutivo e di questa maggioranza parlamentare, fino a questo momento, riguarda due navi delle Ong piene di donne uomini e bambini in cerca di salvezza che vengono respinte. Non c’è altro. E se Salvini dà dell’ubriaco al presidente della Repubblica francese Macron, si prepara un bellissimo alibi se, domenica, al vertice europeo sull’immigrazione, l’Italia ottenesse poco o nulla.