Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, chiederà oggi al Prefetto di Napoli di lasciare aperto il porto di Napoli, per accogliere la nave Aquarius e tutte le navi che salvano i migranti nel Mediterraneo.
In questa intervista con Radio Popolare dice: “Se un governo, e quindi non solo un ministro, si assume la responsabilità di correre il rischio concreto di far morire delle persone in mare, questo non è solo un fatto disumano, un fatto riprovevole ma a mio avviso è un crimine contro l’umanità”.
Lei ha detto ‘il porto di Napoli rimane aperto’. Cosa significa concretamente?
Significa che noi abbiamo dato una disponibilità effettiva, giuridica, attraverso una richiesta sostanziale e formale, perché di fronte a chi vìola la Costituzione, i trattati di Diritto Internazionale, i principi universali dei diritti umani, di fronte a chi non salva le vite umane, noi rimaniamo umani. Con tutti i problemi che abbiamo noi le vite umane le salviamo, poi vengono i temi politici e i temi economici. Ne possiamo discutere all’infinito però di fronte all’insensibilità e al crimine noi rispondiamo chiedendo che il porto rimanga aperto.
Però se arrivasse una decisione ufficiale del governo sarebbe difficile opporsi materialmente
Noi facciamo quello che possiamo fare di fronte a chi vìola la Costituzione, ci sono poi altri strumenti giuridici di reazione. Io credo che sarebbe un fatto gravissimo se un governo e quindi non solo un ministro si assumesse la responsabilità di correre il rischio concreto di far morire delle persone in mare. Questo non è solo un fatto disumano, un fatto riprovevole. A mio avviso è un crimine contro l’umanità. Si risponde davanti ai Tribunali.
Vede il prefetto e cosa gli dirà?
Gli dirò che il porto deve rimanere aperto.
Quando dice strumenti giuridici a cosa si riferisce alla possibilità di fare dei ricorsi?
Noi abbiamo dato la disponibilità come città attraverso la Prefettura, proviamo ad applicare i principi universali dei Diritti dell’Uomo e la Costituzione. Se altri poi mettono la Marina Militare per non prestare assistenza a chi sta morendo, a bambini e donne incinte, di che parliamo? Parliamo di Europa? Del fatto che mancano i soldi? Mentre Salvini salta da un talk show all’altro noi facciamo i sindaci in prima linea, siamo senza soldi perché l’Europa è ingiusta, perché i governi sono stati ingiusti, hanno fatto il fiscal compact, hanno fatto le guerre, poi però uno deve rimanere anche umano di fronte a queste cose altrimenti si perde il senso della vita.
Negli Usa dopo l’elezione di Trump è nata una rete di città che si oppone a Trump, può succedere anche da noi?
Sta già succedendo, in Italia come in Europa. Abbiamo un collegamento con città europee come Barcellona e con città italiane. Credo molto alla rete dei Comuni, alla rete dei sindaci perché le città sentono i problemi, vivono le ansie, le sofferenze, colgono i sogni e le visioni dei cittadini e soprattutto stanno in prima linea. Io sarei il primo a poter dire ‘ma noi come facciamo ad accogliere, non abbiamo risorse economiche’ eppure siamo in prima linea, non perdiamo il senso di umanità. La rete delle città nel Mediterraneo è fondamentale per rendere tutto più giusto e meno diseguale. Ci stiamo lavorando e credo sia una delle strade migliori in Italia anche per creare un’Italia più coesa nella valorizzazione delle differenze.