Matteo Salvini è stato molto abile. Il suo obiettivo era arrivare a Palazzo Chigi alla guida della Destra italiana, una destra xenofoba e sovranista. E ora, dicono i sondaggi, ha la possibilità di realizzare il suo sogno. Voleva far saltare il governo con i Cinque Stelle per andare alle elezioni e lo ha fatto.
Ha usato come grimaldello Paolo Savona. Ha messo lì un nome su cui, sapeva, Sergio Mattarella si sarebbe irrigidito. Gli storici diranno se, in questo frangente, il Presidente della Repubblica abbia fatto la scelta più opportuna dal punto di vista politico, visto le conseguenze che potrebbe provocare. Dal punto di vista costituzionale, la decisione di Sergio Mattarella sembra però inattaccabile. Preservare il risparmio degli italiani è tema della nostra carta fondamentale.
Le richieste di impeachment non sono quindi fondate e, in realtà, sembrano già fare parte della campagna elettorale. Ed è proprio questo il punto. Per la prima volta nella storia dell’Italia Repubblicana, nei comizi elettorali, l’inquilino del Quirinale sarà indicato come uno dei nemici del popolo.
Una campagna contro Bruxelles, Berlino e la Presidenza della Repubblica. Scalfaro e Napolitano erano stati nel mirino degli attacchi di Berlusconi, ma non erano mai stati mobilitati milioni di elettori contro di loro.
Nei prossimi mesi, contro Mattarella può accadere questo. È un gioco pericoloso. La nostra già sfibrata democrazia, può risentirne in profondità. I Cinque Stelle sono quelli che ora urlano di più, ma in realtà è il leader della Lega a condurre anche questa danza. Per la Repubblica, un rischio dal sapore eversivo. Per Salvini e la destra, una grande opportunità.