Salvini è sul punto di rompere con Di Maio.
La retorica della concordia e dell’accordo praticamente fatto, ribadito dal numero uno pentastellato anche di fronte all’evidenza contraria, è stata spazzata via dal segretario della Lega, che è salito arrabbiatissimo al Quirinale dopo che Di Maio aveva tentato l’ennesima forzatura. Di Maio si era presentato ai giornalisti al termine della consultazione con il presidente della Repubblica affermando che mancava poco a chiudere quello che i grillini chiamano ‘il contratto’.
La verità è che Lega e 5 Stelle sono lontanissimi e Salvini è stato chiaro, parlando alla stampa dopo il suo turno di colloquio con il Capo dello Stato. “Gli accordi un tanto al chilo non fanno per me. Spero che ci vedremo o perchè si comincia o perchè ci si saluta” – ha detto Salvini, tirato in volto, e ha aggiunto – “se ragionassi per convenienza torneremmo a votare“.
Salvini ha elencato i punti importanti del programma su cui rimangono le distanze coi 5 Stelle, la legge Fornero assieme ad altre misure economiche ma soprattutto l’immigrazione.
E ha sbugiardato la narrazione grillina del percorso armonioso che si starebbe compiendo: “Il governo parte e sarebbe una bellissima avventura se può fare cose, se non siamo in grado di fare le cose per cui gli italiani ci hanno votato è meglio andare a votare” ha quasi ringhiato.
Il nodo però è anche, se non soprattutto, Di Maio che insiste nel voler fare il presidente del Consiglio. E mentre Di Maio ha chiesto a Mattarella “alcuni giorni“, proposta difficilmente ricevibile per il Quirinale, Salvini ha parlato di “ore“. Un’ulteriore smentita a Di Maio.
E poi quella affermazione che è come uno schiaffo in faccia per il Movimento 5 Stelle: “Ringrazio il presidente Berlusconi e il presidente Meloni per avermi dato la possibilità di tentare di formare questo governo senza rompere la coalizione di centrodestra“. Parole che possono tratteggiare diversi scenari compreso quello più radicale: la rottura, la fine del tentativo di fare un governo tra Lega e 5 Stelle.