Ci sono due leader che si sono auto-incaricati di verificare se possono dare vita ad un governo, eventualmente insieme.
Sono Matteo Salvini e Luigi di Maio, Lega e Movimento cinque stelle che continuano a lanciarsi segnali per creare una maggioranza stabile di governo, come hanno fatto per le presidenze di Camera e Senato, ma che devono fare i conti con il resto dei partiti.
Il primo giro di consultazioni è finito con una maggiore evidenza dei contrasti soprattutto nel centrodestra, Forza Italia e Lega, la coalizione vincente delle elezioni ma che da sola non può governare e che sembra voler cose differenti: la Lega è disposta a governare con i grillini, Berlusconi no.
E Mattarella, viste ancora le posizioni lontane, ha dato appuntamento alla prossima settimana, per capire se può nascere un’intesa per una maggioranza, delegando quindi i due leader politici a realizzare incontri che Salvini ha definito “formali”.
Una sorta di auto incarico per entrambi prima ancora di averlo ricevuto dal capo dello Stato. Lunedì e martedì saranno giorni di colloqui tra i partiti e solo dopo ci sarà un nuovo giro di consultazioni.
Il leader dei Cinque stelle propone però un metodo diverso dal passato: un contratto di alcuni punti da presentare sia al Pd che alla Lega, un programma per vedere chi ci sta su questioni concrete da realizzare come maggioranza in Parlamento, una modalità che metterà in difficoltà soprattutto il Partito democratico che su alcuni temi ha maggiore sintonia con il movimento di Grillo, (diseguaglianze, reddito di inclusione ecc.), più di quanta ne abbia la Lega di Salvini.
Quel che è certo è che Di Maio non vuole avere a che fare con Berlusconi, dice chiaramente di non riconoscerlo come forza con cui confrontarsi, del resto assolutamente ricambiato dal leader di Forza Italia che chiede un governo con ministri di alto profilo, ma senza forze che si ispirano a “dilettantismi, pauperismi e odio sociale”. La lega invece governerebbe senza esitazioni con il movimento di grillo.
Nei prossimi giorni quindi potrebbe consumarsi un’ulteriore crisi nel centrodestra, Salvini e Berlusconi potrebbero allontanarsi ancora di più. Di Maio ieri ha evitato di ripetere che a Palazzo Chigi vuole andare lui, è la risposta forse all’invito di Salvini a fare “un passo indietro, senza impuntarsi”. Sfumature, messaggi che dovranno essere colti la prossima settimana da Mattarella per capire se sulla carta ci sono i numeri per dare un incarico ufficiale per formare un governo, senza bruciare i due candidati principali.