Berlusconi ha un enorme problema: non essere fatto fuori da Salvini.
Ha provato durante la partita per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato a imporsi di nuovo come leader di tutto il centrodestra, ma ha perso.
Adesso veste i panni del grande vecchio della coalizione, lanciando Salvini presidente del Consiglio ma lo minaccia: se rompi con me non vai più a Palazzo Chigi.
E’ l’estremo tentativo da parte di Berlusconi di tenere Salvini legato a sé. E’ una mossa a doppio taglio.
Il capo di Forza Italia conosce gli ostacoli frapposti a un pieno accordo Lega – 5 Stelle e ci si incunea.
Il primo ostacolo è la sua figura: Berlusconi sa bene che i grillini non vogliono e non possono associare la loro immagine alla sua. Lo vorrebbero più distante possibile dalla ribalta e quindi potrebbero reagire male a questo appoggio pubblico. Se accadesse, Salvini rischierebbe di essere bruciato. Se non accadesse, sarebbe più difficile lasciare Berlusconi fuori dal governo.
Il secondo ostacolo è il disaccordo sulla leadership. Se l’alleanza tra Lega e 5 Stelle è il motore del prossimo governo, Di Maio e Salvini si contendono l’ascesa a Palazzo Chigi. Salvini non a caso è più prudente, parla di leadership al centrodestra senza andare oltre, e la corsa in avanti berlusconiana può metterlo in difficoltà.
Per il resto tra Lega e 5 Stelle esiste ormai piena sintonia. I primi rinunciano all’abolizione della legge Fornero accontentandosi di un progressivo superamento, i secondi rinunciano al reddito di cittadinanza in favore di misure più blande per i disoccupati.
Quindi, moderazione, toni e intenzioni sfumati, messaggi rassicuranti a Mattarella. Il Capo dello Stato si preoccupa dei conti pubblici e del rapporto con l’Europa. E vuole un governo cui partecipi tutto il centrodestra. Ambienti grillini fanno sapere che permane il no a Berlusconi. Ecco perché Di Maio ripete che la partita del governo è diversa da quella delle Camere