Se non è guerra commerciale con la Cina, quasi ci siamo. Pechino ha risposto alle sanzioni imposte da Trump sulle merci cinesi con una tariffa del 15% su 120 tipi di prodotti statunitensi, tra cui frutta, vino e prodotti di acciaio per un valore di 977 milioni di dollari. La Cina introdurrà inoltre un’altra tariffa del 25% per un valore di 2 miliardi di dollari su altre otto categorie di prodotti, tra cui la carne di maiale e l’alluminio riciclato.
Una ritorsione da tre miliardi di dollari contro l’attacco di Trump che ne vale invece 60 di miliardi. Questo perché le contromisure cinesi sono ufficialmente una risposta alle precedenti sanzioni imposte da Trump sui prodotti in acciaio e alluminio risalenti all’8 marzo.
Ulteriori sanzioni in arrivo
I dazi arrivano però poche ore dopo le nuove tariffe introdotte da Trump, vanno quindi letti anche come un avvertimento e c’è probabilmente da aspettarsi una ulteriore escalation di sanzioni con la Cina nei prossimi giorni.
Il Ministero del Commercio cinese insiste a dire che non vuole una guerra commerciale, ma che è pronto a sostenerla. L’agenzia Xinhua ha lanciato un sondaggio online chiedendo chi ci perderà di più tra i contendenti, domanda che gli economisti si pongono da mesi, da quando cioè una guerra commerciale ha cominciato a paventarsi.
Quanto a noi, passatemi la battuta, finalmente forse ci libereremo del vino californiano. Chissà non sia l’occasione per i nostri viticoltori italiani.
Dal nostro corrispondente da Pechino Gabriele Battaglia.