“Se soffi sul fuoco non sai dove le scintille si poseranno”. Usa questa immagine uno dei promotori dell’Agenda per le migrazioni che oggi hanno presentato i sette punti per affrontare nel complesso un tema che invece è stato sempre declinato nel senso della sicurezza, ordine pubblico ed emergenza.
La Lega di Salvini soffia sul fuoco da tempo, con uso divisivo e strumentale di alcuni episodi per conquistare i voti e aumentare la paura e il consenso, le scintille poi sono quelle che si posano per esempio su Macerata, con un uomo che spara a caso su sei immigrati.
La Comunità di Sant’Egidio, le Acli, la Fondazione Casa della carità e tante altre associazioni legate al mondo cattolico hanno elencato sette punti da presentare a tutti i partiti come agenda per affrontare il fenomeno nella sua complessità, con regole ma anche diritti da assicurare a chi arriva e vive in Italia. “Il linguaggio dello scontro non ci appartiene”, dice don Virginio Colmegna della Fondazione Casa della carità. “Non ci occupiamo degli immigrati per scartare gli altri, ci occupiamo di tutti per produrre sicurezza, coesione e legami sociali, sperando che nasca una narrazione diversa, raccolta in termini culturali e seri”.
Tra le proposte c’è quello che è stato sacrificato dal governo alla fine della legislatura, e cioè la cittadinanza, 900mila ragazzi per lo più che attendono da tempo questa promessa, unita a questo anche la concessione del voto per le amministrative. C’è poi la richiesta di ritornare a organizzare un sistema di arrivi basato sul decreto dei flussi, di fatto abbandonato da anni; assicurare il permesso di soggiorno anche agli irregolari che possano provare di avere un lavoro e infine l’abolizione dei reato di clandestinità.
Queste sono alcune delle proposte che faranno ai partiti da qui al 4 marzo, sperando che soprattutto quelli di centrosinistra accettino di sedersi al tavolo. Il tema scotta e finora i partiti hanno cercato più di evitare l’argomento che di affrontarlo nella sua complessità per non rischiare di perdere voti. Si è visto con i fatti di Macerata, anche se le associazioni che oggi hanno presentato l’agenda scelgono di non criticare apertamente quelle che hanno preferito rinunciare alla manifestazione nella città marchigiana. Dal 20 febbraio sono previsti degli incontri con i partiti perché, dicono, non si può fare campagna elettorale sulla contrapposizione.
Tra i punti anche la diffusione delle “buone pratiche”, le notizie positive sul mondo dell’accoglienza che riguardano migliaia di persone, perché oscurando questa realtà, ciò che resta è solo l’immigrazione vissuta come emergenza, pericolo e problema di ordine pubblico.