Nello scorso mese di ottobre, Paolo Alli è stato rinviato a giudizio dal Gup di Milano per tentato abuso d’ufficio. E’ la stessa inchiesta sulla sanità lombarda per cui l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni andrà a processo per tangenti. In quell’occasione il Gup ha deciso il rinvio a giudizio anche per l’ex direttore generale della Sanità lombarda, Carlo Lucchina.
Sono passati appena due mesi e Paolo Alli oggi è candidato al Senato nel collegio uninominale di Mantova per l’alleanza a guida Pd, in quota Centro Popolare, la lista centrista creata dalla ministra uscente della Sanità, Beatrice Lorenzin per portare i centristi in Parlamento in coalizione col Partito Democratico.
Per intendersi, è la stessa operazione con cui il Pd ha candidato Pier Ferdinando Casini a Bologna.
Paolo Alli, aderente e Comunione e Liberazione, è un deputato uscente eletto nel 2013 alla Camera con il Popolo delle Libertà.
Tra il 2000 e il 2013 era stato un dirigente della Regione Lombardia, stretto collaboratore di Roberto Formigoni del quale, dal 2006 al 2010, è stato responsabile della segreteria politica.
Un curriculum da dirigente di alto livello del centrodestra lombardo, quindi. Una carriera nel cuore del potere formigoniano.
In Lombardia quello di Paolo Alli non è il solo caso di candidature con un trascorso nel centrodestra anche se è il più importante.
Sempre dal centrodestra in Regione Lombardia arriva Angelo Capelli. Eletto consigliere regionale col Pdl nel 2013, anch’egli ciellino e uomo forte della Sanità in quanto relatore della riforma sanitaria firmata da Roberto Maroni nonché vicepresidente della Commissione Sanità, ha aderito a sua volta a Civica Popolare e oggi è candidato all’uninominale alla Camera nel collegio Lombardia 1, quello di Rozzano.
Capelli avrebbe dovuto inizialmente essere ricandidato alla Regione Lombardia nella lista civica a sostegno di Giorgio Gori ma a seguito dell’opposizione del gruppo degli ex pisapiani di Lombardia Progressista, alleati di Gori, è stato candidato in Parlamento.
C’è poi Maurizio Bernardo. Con Berlusconi fin dalla fondazione di Forza Italia nel 1993, Bernardo entrò in Parlamento nel 2006 e ci è rimasto fino a oggi. Prima ancora era stato consigliere regionale in Lombardia. E’ stato uno dei più importanti dirigenti di Forza Italia a Milano e in Lombardia fino a quando ha lasciato il partito di Berlusconi per schierarsi con Angelino Alfano prima e poi direttamente con il Partito Democratico.
Il 20 luglio dello scorso anno è entrato nel Pd dichiarando: “La ritengo una scelta di continuità con l’azione riformatrice che abbiamo portato avanti con i provvedimenti su lavoro, Jobs Act, articolo 18, scuola, materie economiche. Con il Pd di Renzi abbiamo ottenuto quello che ai tempi in Forza Italia non siamo riusciti a realizzare“.
Maurizio Bernardo è candidato alla Camera nella lista proporzionale, nel collegio Lombardia 2 che comprende Varese e Busto Arsizio, in seconda posizione