Un’edicola espone la locandina di un giornale locale: “venditori abusivi, centro città invaso”.
Tutto intorno, il centro di Como: una bomboniera circondata dalle mura medioevali, con il gotico del Duomo, i palazzi borghesi, il razionalismo di Terragni, le colline tempestate di ville e il lago amato dalle star di Hollywood che apre orizzonti profondi.
Il centro è invaso sì ma dai turisti, che arrivano da tutto il mondo, e dai comaschi, che si affrettano a fare le ultime compere di Natale.
Le compere di Natale. La delibera anti accattonaggio firmata dal sindaco Mario Landriscina, un medico di 65 anni che non ha mai fatto politica prima e che è vicino alla Lega, è stata fortemente voluta dai commercianti e, dice lui in una intervista in cui afferma di essere sempre stato dalla parte dei deboli, da tanti cittadini.
Como, l’antivigilia di Natale, è fisicamente divisa in due. Da un lato della strada che costeggia Porta Torre e la città murata, il mercato, la frenesia degli acquisti, il traffico delirante. Dall’altro lato, alcune centinaia di persone radunate davanti ai portici della chiesa di San Francesco, una intitolazione che non avrebbe potuto essere più adatta per questa storia ma che evidentemente non ha detto nulla ai Vigili Urbani che hanno impedito ai volontari di una associazione di assistenza di offrire una prima colazione calda ai senza casa che dormivano là sotto, a fianco del Palazzo di Giustizia.
Ordinanza antibivacco, è stata anche definita. Niente richieste di carità, niente musica per strada, niente venditori abusivi, niente barboni. Almeno in centro, almeno fino a dopo l’Epifania. Non si deve disturbare lo shopping.
Al presidio di Como non c’erano consiglieri comunali. La delibera anti abusivi è stata scritta e firmata dal sindaco ma era stata preceduta da un ordine del giorno che invitava a prendere provvedimenti. L’ordine del giorno è stato voluto da tutti. Due consiglieri su tre del Partito Democratico lo hanno votato. Il Pd poi ha sostenuto che non si sarebbe aspettato una serie di provvedimenti così duri e il sindaco ha risposto che è stata la legge firmata dal ministro dell’Interno Minniti a consentirgli di agire.
C’erano le associazioni, qualche bandiera dei sindacati. La Chiesa. Il Vescovo di Como nei giorni scorsi ha criticato l’azione del Comune: “senza cuore i problemi non si affrontano e non si risolvono. Non si risolvono a tavolino e neanche con le ordinanze”.
Al presidio c’erano tanti cartelli scritti a pennarello. Uno recitava: “i poveri non ci lasceranno dormire”. Un altro la buttava sull’ironia: “Napoli fa il caffè sospeso, Como sospende il caffè”.
Don Giusto della Valle è il parroco di Rebbio, organizza il più grande centro di accoglienza per i migranti della provincia: “siamo pochi oggi, il lavoro è tanto, speriamo che da qui nasca qualcosa“.
Non ci sta, il sindaco, a essere dipinto come il primo cittadino più cattivo d’Italia ma nello spiegare la logica del suo intervento dice: “parliamo di chi chiede l’elemosina in modo pressante utilizzando strumenti psicologicamente vessatori“.
Dopo la manifestazione, per le strade del centro, quelle della famosa invasione, i ragazzi del Bangladesh continuavano a vendere le aste per i cellulari, i senegalesi i libri con le storie africane, gli artisti di strada suonavano, e il solo elemento psicologicamente evidente era la totale indifferenza dei passanti. Anche nei confronti di due persone con il cappello in mano.
Sarà stata l’attenzione di tutta la stampa italiana accorsa a Como ma, dopo la manifestazione, di Vigili in strada non c’era l’ombra. Al contrario del giorno precedente, quando un venditore di rose era stato multato con un verbale da mille Euro.
Tutte quelle telecamere in città non si spiegano solo con il racconto buono per i talk show: a Natale, mentre i preti ricordano la storia della famiglia senza casa di Betlemme, una amministrazione di destra, cattolica e tradizionalista di una città ricca e affluente prova a cancellare i senza casa dalla vista.
Quello che succede a Como è un emblema dell’ossessione per la sicurezza, dell’ostilità verso i migranti, del desiderio di una fetta della società di non fare i conti con una cosa il cui solo nome desta paure, conflitti, fastidi: la povertà.
Succede a Como, potrebbero esserci emuli in tutta Italia. Potrebbe essere una delle forme che assumerà il futuro e con cui occorrerà confrontarsi